sabato 17 gennaio 2015

Recensione: Sognando Morgana"



Titolo: Sognando Morgana
Autore: Antonio Derro
Editore: Genesi Editrice
Anno di pubblicazione: 2011
Pagine: 288
Formato: Brossura
Genere: Narrativa
Prezzo di copertina: €18.00


TRAMA

Potrebbe essere definito “romanzo storico”, perché le sue vicende spaziano nel tempo, ma in realtà è ambientato in una Torino degli anni nostri, con qualche puntata in val Pellice. Attraverso i ricordi, le emozioni e la vita, ricca di passioni e di ideologie, del protagonista Mauro, si raccontano grandi fatti storici, come il crollo del muro di Berlino e la resistenza partigiana. L’autore del libro, Antonio Derro, sottolinea come la solitudine sia uno dei temi principali di questo libro, sviluppato attorno alla figura di Mauro, il protagonista, che si ritrova anziano e solo, senza più una moglie, senza la figlia, che tanto avrebbe voluto ma che non è mai nata, senza parenti e con pochi amici. Ma soprattutto senza più ideali da perseguire e per cui lottare, come invece fece in gioventù.
Nel libro però non troviamo solo solitudine, anche speranza. La speranza di avere degli affetti che ci circondano, di avere ancora qualcosa in cui credere fortemente e a cui dedicare la vita. Speranza come il nome della piccola bimba, Esperanza appunto, che incarna la fiducia nel futuro
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GIUDIZIO PERSONALE


RECENSIONE

Questo romanzo è ambientato nella Torino del 1989, l’anno segnato dal crollo del muro di Berlino.
Mauro, il protagonista, è un anziano pittore, ma soprattutto un ex partigiano della seconda Guerra Mondiale, quindi legato all’ideologia comunista.
Mauro si ritrova a vivere in un mondo che inizia ad andare troppo veloce per lui… è disorientato dal decadimento del sistema comunista e spaventato dai conflitti giovanili tra estrema destra ed estrema sinistra, che in quei giorni agitano Torino.
Il protagonista è costantemente accompagnato dal ricordo della moglie, Sara, defunta anni prima, un ricordo che diventa un rifugio ma a tratti è anche un tormento; i due non sono riusciti ad avere figli, di conseguenza Mauro è fondamentalmente un uomo solo.
Le sue giornate trascorrono nella quotidianità, tra un giro in bicicletta per Torino, qualche ora passata in compagnia dell’amico Stefano e un pranzo all’osteria della Tamburina.
Fino a quando un giorno, durante una delle sue passeggiate, Mauro incontra una bambina, Esperanza, insieme alla sorella maggiore, Morgana.
Mauro rimane decisamente colpito da queste due figure, continuando a cercarle, vivendo in un misto di sogno e realtà.
La piccola Esperanza e la bella Morgana sono si due persone reali, ma rappresentano per Mauro una sorta di allegoria: il ritorno alla speranza e la voglia di concedersi ancora qualche sogno.
Il tema del “crollo” è sicuramente preponderante in questo romanzo: inizialmente il fallimento dell’ideologia fascista (in cui Mauro credeva prima di constatarne realmente l’empia natura), poi il declino del comunismo vissuto nel presente dal protagonista.
In un mondo povero di sicurezze, Mauro deve fare i conti con l’ultima stagione della sua vita e non gli rimane che cercare protezione nei ricordi, che l’autore riesce a rendere vividi grazie ad un’abile uso di flashback.
Lo stato d’animo del protagonista disilluso, mai pago e alla ricerca di una sorta di stabilità ideologica e morale, è più che condivisibile e, peraltro, estremamente attuale: nel caso specifico di Mauro, si tratta di una ricerca volta a dare valore ad una vita di importanti azioni e convinzioni, ma non è affatto lontana da ciò che un giovane brama nel presente… certezze, vie sicure da percorrere, coerenza e onestà da parte di coloro che hanno il potere di decidere il destino di tutti.
Tutto questo, vissuto in una Torino raccontata con amore da Antonio Derro: l’amore per la sua arte, la sua storia, la sua cultura e la sua poesia.
L’autore dipinge pacatamente questa città, attraverso i ricordi e restituendone delle immagini affascinanti, talvolta nostalgiche: un encomio di tutto rispetto per la bella Torino, da sempre ritenuta una signora elegante e posata.
E, dato che nello specifico questa storia, secondo me, inizia già dalla bellissima atmosfera sospinta dall’immagine di copertina, un plauso speciale va riconosciuto al dipinto di Pino Pisciotta, Notturno torinese, scelto appunto per rappresentare questo romanzo.
Un libro da leggere, capire e interiorizzare, che lascia sicuramente un ricordo profondo.

1 commento:

 

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