Lucrezia Borgia: uno dei nomi più famosi della storia!
Questo personaggio è stato
raccontato da molti e, ogni volta, sotto una veste diversa. Tutto ciò non ha
fatto altro che alimentare una crescente curiosità verso la figlia illegittima di
Papa Alessandro VI, fomentando maldicenze e vuote congetture, arrivando a
clamorose conclusioni sceniche, seppur di fantasia.
La regina dei veleni, personificazione del Male,
licenziosa, impura e assassina, amante incestuosa di suo padre e di suo
fratello Cesare: Lucrezia era tutto questo? Forse no.
Grazie a molti libri, e il
testo che oggi vi recensisco è uno tra questi, negli ultimi anni la figura di
questa dama è stata ampiamente riabilitata.
Lucrezia nasce a Subiaco
nel 1480, nel culmine del Rinascimento italiano, terzogenita di Rodrigo Borgia,
allora ancora cardinale d’origine spagnola, e della mantovana Vannozza
Cattanei, che fu l’amante ufficiale di Rodrigo per circa quindici anni e che
gli donò una discreta progenie: Juan (Giovanni), Cesare, Lucrezia e Jofrè
(Goffredo).
In questo periodo l’Italia
si presenta come un insieme di città-stato perennemente in guerra tra loro, e i
matrimoni vengono escogitati per puro scopo politico, stipulati per cementare
le varie alleanze. Le fanciulle sono maritate in giovanissima età, praticamente
ancora bambine, e devono accettare il marito scelto per loro, attenendosi al
loro ruolo di mogli e madri.
Lucrezia nasce e cresce in
tale contesto e, nonostante sia sicuramente la favorita di suo padre, viene
considerata una preziosa merce di scambio, strumento prediletto per le strategie
della famiglia Borgia: Papa Alessandro VI, infatti, non smetterà mai di mirare
al suo più ambizioso progetto di ampliare il potere della Chiesa, fino ad
arrivare a controllare l’Italia.
Il diario segreto di Lucrezia Borgia, pur essendo una ricostruzione, è stato scritto sulla
base di documenti autentici, questo viene immediatamente specificato dall’autore
fin dalle prime pagine.
Il lettore si trova a tu
per tu con una Lucrezia allettata e sfinita a causa della sua ultima
gravidanza, ormai conscia del fatto che non sopravvivrà al parto. Per questo
decide di redigere, negli ultimi giorni che le restano, un diario destinato ai
propri bambini, per far conoscere loro il suo vero passato, senza tentare di
nobilitarlo o giustificarlo. Lucrezia vuole solo condividere la verità con i
suoi figli. Così decide di congedarsi dal mondo, raccontando la sua storia e
condividendo i suoi ricordi più intimi.
Diventata molto presto, a
soli 13 anni, la pedina più importante della sua famiglia, Lucrezia viene data
in moglie a Giovanni Sforza, matrimonio che verrà quasi subito annullato per
non consumazione, macchiando irrimediabilmente la reputazione della ragazza,
sulla quale iniziano a circolare le voci più infamanti, rendendo Lucrezia la
donna più temuta e allo stesso tempo più ambita.
Ad alimentare la leggenda
nera dei Borgia contribuiscono anche le imprese del fratello, l’ambizioso Cesare,
sospettato dell’assassinio del fratello Giovanni, un delitto rimasto per sempre
irrisolto. Anche Cesare Borgia è un personaggio estremamente affascinante e
meriterebbe un capitolo a parte.
In questo diario Lucrezia
descrive anche i suoi prossimi matrimoni, il secondo con Alfonso d’Aragona, figlio
del sovrano di Napoli, e il terzo con Alfonso D’Este duca di Ferrara.
L’unione con Alfonso d’Aragona
segna l’inizio di una grande storia di vero amore, dal quale nasce un figlio:
Rodrigo. Lucrezia conserva dei ricordi molto belli e speciali di questo
periodo, narra di un amore passionale, vero e devoto.
Però, purtroppo, anche questo secondo
matrimonio si conclude nella tragedia, con l’assassinio del marito
nel proprio letto. Lucrezia, straziata dal dolore, teme che il mandante dell’omicidio
sia Cesare, ma anche in questo caso non ci sono prove certe.
Per lei Alfonso
rappresenterà per sempre il suo unico e vero amore, tanto da provare conforto nei
suoi ultimi giorni di vita grazie alla speranza di riunirsi a lui. Il suo dolce
ricordo non l’abbandonerà mai, fino alla fine.
Ma il Papa non tarda a
trovare per la figlia un nuovo sposo, arriva quindi il turno di Alfonso D’Este:
il futuro suocero di Lucrezia non si dimostra bendisposto a questa unione, ma
il Papa, grazie ad un’ingente dote e quasi ricattando la famiglia D’Este,
incassa un’altra vittoria; abituato a trionfare con ogni mezzo e a qualunque
prezzo.
Per Lucrezia è il momento
di iniziare una nuova vita a Ferrara, la corte più sfarzosa dell’epoca, ma
inizialmente non sarà facile per lei, dovendosi scontrare con l’antipatia da
parte del suocero e con la sua scandalosa reputazione.
Ma ancora una volta questa
dama si dimostra all’altezza della situazione; la corte degli Estensi è ben
nota per il mecenatismo in campo artistico e Lucrezia si lascia attirare da
questo fervore artistico e intellettuale, guadagnandosi l’amicizia di grandi
nomi della storia dell’arte, come Leonardo, Michelangelo e soprattutto dell’umanista
e poeta Pietro Bembo, con il quale stringe un forte rapporto platonico.
Nel suo diario Lucrezia
riporta tutte queste esperienze e descrive il suo matrimonio con il duca di
Ferrara come una relazione basata non sull’amore, ma sulla stima e sul reciproco
rispetto. Grazie a questa serenità riesce a vivere in modo più felice diciassette
anni di matrimonio, donando ben sei figli al suo sposo.
Lucrezia si dimostra molto
brava a guadagnarsi l’ammirazione da parte della sua corte e della sua nuova
famiglia, grazie ad una condotta irreprensibile e alle sue abilità nel
risolvere alcune dispute politiche. La sua reputazione trae grande beneficio da
questo suo spirito giusto, pio e benevolo.
Essendo un’ottima diplomatica,
Alfonso decide perfino di affidare a lei la conduzione politica e amministrativa
del ducato in sua vece, quando necessario.
In questi anni di pace
viene raggiunta dalla notizia della morte del padre e del fratello Cesare: una svolta nella sua vita. Lucrezia prova una grande tristezza, ma
anche sollievo, perché finalmente è libera dalla morsa paterna e dalle ambizioni
politiche di suo fratello. Non cova più avversione e riserva loro il suo completo
perdono.
Nonostante questo felice
periodo l’abbia aiutata a redimersi, le dicerie (storicamente infondate) che l’accusano
di incesto e omicidi continuano a circolare, arrivando fino ai giorni
nostri.
Per tradizione fu
la donna più dissoluta del Rinascimento e una malvagia avvelenatrice, la femme fatale per eccellenza: in realtà era bella e intelligente, una perfetta castellana
e la sua grazia fu lodata da molti narratori dell’epoca, come il Gianandrea Boccaccio (ambasciatore a Ferrara).
Grazie ad una spietata
storiografia, il personaggio di Lucrezia Borgia ha assunto diverse sfumature
nel corso dei secoli, in verità fu una vittima, una delle donne più sfortunate della
sua epoca.
Tutte queste nuove sfaccettature
della sua onesta figura vengono alla luce nel diario, grazie al quale Bouflet
riesce a riscattare l’onore di questo grande personaggio, senza diminuirne il
fascino storico.
Dando alla luce una bambina, Lucrezia Borgia lascia
questo mondo nel 1519, morendo di parto a soli trentanove anni. L’epilogo è
riservato al duca Alfonso D’Este, il quale pare sinceramente e profondamente addolorato
dalla morte della sua sposa, molto amata anche dai suoi figli e da tutti i
cittadini di Ferrara.