Cari lettori oggi sono davvero contenta di poter ospitare nella mia Locanda Alessandro Fusco, scrittore del primo capitolo di una promettente saga fantasy: Il Sole di Alur - La sesta regola.
Cliccate qui per conoscere tutti i dettagli del libro.
Quindi mettetevi comodi e godetevi l'intervista :-)
Un saluto a
tutti da parte mia. Dunque, ho 38 anni, vivo in Piemonte e da qualche anno mi
sono messo caparbiamente in testa di voler fare lo scrittore. In verità, ne ho provate
davvero tante: ho fatto l’illustratore, il decoratore, il musicista, lo
storico, il grafico, il promoter e infine il venditore. Ne fosse andata bene
una! Sia mai fosse quella buona…
2) Oltre alla
scrittura quali sono le altre tue passioni? Le hai in qualche modo messe a
servizio del tuo libro?
Ecco, qui la
lista potrebbe allungarsi e di tanto: come a dire, vivo davvero con la testa
fra le nuvole. Sicuramente tutto quello che ho coltivato, e per cui ho speso
credo il 90% della mia vita, è confluito in modo incisivo e direi positivo
nella saga, così come in altri scritti. Sono patito di storia, letteratura,
antropologia, mitologia, esoterismo, religione, leggende, fantasy, giochi di
ruolo, videogiochi, fumetti, animazione, film, miniature, libri, musica,
viaggi, cibo. Insomma, di tutto un po’ fuorché calcio e politica.
3) Che cosa rappresenta per te il Fantasy?
Bella domanda. In prima battuta ti direi l’infanzia, quella che stenta a tramontare in fondo al cuore, benché meno quando sei catapultato indietro nel tempo appena senti una parola in Quenya, vedi una copertina “magica”, o ascolti una musica evocativa.
Il fantastico in generale (preferisco parlare di questo, anziché di fantasy in senso stretto) è stato da sempre per me una fuga e un ritorno: una fuga da questa realtà e una realtà nuova quale meta e specchio delle mie aspirazioni e dei miei ideali. Oggigiorno questa visione potrebbe non bastare più neppure a me, visto che anche il fantasy ha preso strade decisamente meno idealistiche e più moderne.
4) Qual è il
tuo libro del cuore?
Accidenti,
trovarne uno solo è un bel problema.
Di getto mi verrebbe da dire Fiabe
Irlandesi, raccolta di leggende celtiche rielaborate da James Stephens che mi
colpì nell’adolescenza, oppure Racconti Crudeli del “maledetto” Villiers de l’Isle-Adam.
Non potrei però non citare anche il Silmarillion di Tolkien e tutta l’opera di
Lovecraft.
5) E il tuo
autore/autrice preferito?
Sopra ogni
altro? Joseph Sheridan LeFanu, Théophile Gautier, Villiers de l'Isle Adam,
Edgar Allan Poe, Conan Doyle, H.P.Lovecraft, J.R.R.Tolkien, David Eddings,
Terry Pratchett e Neil Gaiman. A breve potrò dirti anche G.R.R.Martin, ne sono
certo.
6) Che cosa pensi dei romanzi Urban Fantasy che oggi vanno tanto di moda?
Un no comment
può andare bene? ;P
No, scherzi a parte. Francamente li considero una gran moda. Grande nel senso che qualcuno si è arricchito per bene con questo sottogenere e per il fatto di aver fatto davvero presa.
No, scherzi a parte. Francamente li considero una gran moda. Grande nel senso che qualcuno si è arricchito per bene con questo sottogenere e per il fatto di aver fatto davvero presa.
Le idee di fondo erano originali e belle, a mio dire
(vengo da esperienze come Vampire the Masquerade e tutto il World of Darkness
dei GdR), ma lo sviluppo ormai a senso unico (aka: la storia d’amore fra essere
umano e creatura delle tenebre) ha davvero toccato il fondo.
Non me ne vogliano
troppo le fan di certi “vampiri” et similia: de gustibus.
La letteratura è un’altra
cosa ed è quella che prendo a modello.
7) Come è nata
la saga de “Il sole di Alur”?
La sua nascita
è in effetti legata a qualcosa che ha dato spesso il via a storie e racconti di
genere fantasy: un gioco di ruolo. È dai tempi della riedizione di Advanced
D&D che immaginai le basi di un mondo tutto mio, su cui ambientare trame e
avventure di ogni genere, sviluppando poi un sistema nuovo di gioco. Il
vantaggio è stato certamente quello di aver arricchito il mondo di Ferhaven, fin
nel midollo, di numerosi particolari, eventi e culture. Ad oggi esiste una
cronologia lunga tre Ere per circa 6000 anni di storia.
8) Ci puoi descrivere Térion, il protagonista del libro?
Térion è il
mio “prescelto”. Come tanta narrativa fantastica, figlia di quella anglosassone
in cui spesso il protagonista è l’orfanello destinato a rivelarsi un personaggio
di riguardo, anche in questo caso la storia vede al centro un vero e proprio
predestinato. La profezia che pende sulla sua testa (riportata anche in quarta
di copertina) è la firma che suggella tale presupposto. Quanto lo sviluppo
della trama possa in realtà portare il lettore verso ben altre dimensioni
rispetto a questo stereotipo, non spetta a me giudicarlo (diciamo che ce la
metto tutta). Quando un editore, fra quelli che mi hanno proposto di pubblicare
il libro, mi disse che il protagonista era troppo simile a Re Artù, non mi
soffermai nemmeno a spiegargli quanto si sbagliasse.
9) C’è anche
un po’ di te in questo ragazzino?
C’è parecchio,
per lo meno è quello che dice chi mi è accanto da sempre. In realtà, ne sono
certo, Térion rappresenta un po’ il lato buono e idealista (per lo meno nel
primo libro) di cui erano fatti i cuori di tanti giovani con cui sono cresciuto;
e spero anche il mio.
10) Puoi
raccontare qualcosa anche di Trappola, il gatto che vediamo sulla copertina del
libro?
Trappola
Trappola… Non lo nascondo, il gatto rosso in copertina, e nel romanzo, è
davvero qualcosa di ben riuscito. In parole povere volevo affiancare a Térion
da subito una sorta di “grillo parlante”, ma diverso dal mentore saccente “politically
correct”. Se ci aggiungi che da bambino adoravo letteralmente la favola del
Gatto con gli stivali e che ho avuto una gatta soriana cui ero molto legato (si
chiamava Fianna), puoi fare due più due. Inutile aggiungere che quando poi vidi
l’immagine di quel gatto su DeviatArt, me ne innamorai perdutamente: era lui,
senza alcuna ombra di dubbio.
11) La saga è
composta da cinque volumi giusto? Posso chiederti a che punto sei arrivato nel
scriverli?
12) Com’è il
mondo di Ferhaven? Che cosa ci dobbiamo aspettare?
Attualmente
sto per concludere il secondo volume, che si intitolerà "Il Custode del
Tramonto", ma sono anche all’opera sul terzo capitolo della saga.
I primi due
romanzi rappresentano per così dire l’adolescenza del protagonista e dei compagni
che incontrerà sulla sua strada, mentre dal terzo in poi l’opera acquisterà
maggiormente l’aspetto di una saga heroic fantasy classica, con toni e temi
guerreschi molto accesi e riflessioni sempre più mature.
Il progetto iniziale è
da sempre quello di far crescere i protagonisti insieme alla storia stessa.
Ferhaven, non
l’ho mai nascosto, ha tanto in sé delle cose con cui sono cresciuto, dalla
passione per le saghe nordiche, ai primi anni nel fantasy passati sui
libro-game. Ci sono divinità molto simili a quelle celtiche, fortezze tipiche
dell’Europa feudale e creature di richiamo mitologico e leggendario (e direi
anche letterario, come gli elfi). Non è tanto questione, per come lavoro nella
mia fantasia, di inventare nuove razze, per esempio, o nuove armi magiche di
distruzione di massa, o scenari e poteri originali a qualunque costo, ma di
rielaborare per scelta quelle atmosfere e quei valori che hanno fatto grande
davvero il fantasy di successo di un tempo. Quello che deve fare la differenza,
e spero di riuscirci in questo, sono le storie, i personaggi, i loro
ragionamenti e le loro imprese.
13) Curiosando
nel sito ufficiale del mondo di Ferhaven, ho notato che oltre a molte
informazioni, ci sono anche immagini che rimandano al mondo fantasy che hai
creato e delle mappe che, devo dire la verità, mi hanno molto ricordato quelle
della Terra di Mezzo, presenti nel libro “Il Signore degli Anelli”. Hai tratto ispirazione dall’universo
tolkieniano?
Francamente, a
parte un discorso particolare sugli elfi, non ho mai preso Tolkien come modello
nella creazione di Ferhaven. Una grande ispirazione, posso confessarti, me la
diede invece Titan, il mondo su cui erano ambientati le storie e i giochi di
Steve Jackson e Ian Livingstone, che certamente non è così lontano da Arda. Ciò
che mi preme mettere in luce, quando aggiungo un “pezzettino” della mia terra,
è lo spirito di cui è fatta. In questo senso, una cosa che mi è stata
riconosciuta nella scrittura, è la capacità di portare visivamente il lettore a
Ferhaven. Non posso che prenderlo per un complimento.
14) “I Canti
di Nethariell” è un altro tuo libro?
I Canti sono
un progetto parallelo, a cui tengo moltissimo. Presto aprirò anche una sezione
dedicata a essi su Specchio Nero, il sito ufficiale della saga, con qualche
estratto.
Si tratta in sostanza di creare un passato storico a Ferhaven (il
riferimento è l’Era Antica che rappresenta il periodo che precede gli eventi
narrati nel Sole di Alur) di cui furono protagonisti assoluti gli elfi, e in
particolare il popolo dei Nethar, dal nome del loro regno Nethariell. In questo
sì, ecco che torniamo alla domanda di prima, ho preso volutamente a modello il
grande Tolkien, ma non solo.
C’è un mondo di miti e leggende, soprattutto di
origine nordica, che mi hanno colpito sin da piccolo, dai magici regni dei
Sidhe, al Ljusalfheim norreno. E per proseguire – sento di dirlo con presunzione
ma anche in piena coscienza – in quella tradizione direi quasi bardica, ho
deciso di narrare gli eventi di quell’epoca attraverso versi in rima, dal
sapore antico, spiegati a loro volta da brevi racconti, il tutto corredato
(questo il progetto) da illustrazioni di grande qualità.
Non appena raggiungerò
un numero cospicuo di brani (sono attualmente a 25), proporrò all’editore il
lavoro. Non posso anticipare null’altro, ma c’è da far venire le lacrime agli
appassionati dal sangue Noldor.
15) Lo so che questa può sembrare una domanda strana ma….come si fa ad inventare dei “bei nomi” per un romanzo fantasy? I nomi credo che siano molto importanti per caratterizzare personaggi e luoghi giusto?
Questa è una
delle domande che ritengo davvero importante nell’ottica di una saga
fantastica. Come dice un paragrafo del libro: “il nome di ciascuno di noi è importante. Esso da forma alle nostre
azioni così come il nostro spirito ne determina il significato.”
Per me è
di primaria importanza lo studio, l’ispirazione e la scelta di un nome, persino
quello del popolano più insignificante. Come per Tolkien, sono consapevole che
la storia della lingua di un popolo parla del popolo stesso, della sua
identità, delle sue peculiarità e dei suoi valori. Ne consegue che anche i nomi
possono contribuire a rendere più concreto e vivido il mondo di fantasia che lo
scrittore vuole costruire. A questo proposito le basi del gioco di ruolo da cui
Ferhaven nacque sono state fondamentali. All’epoca riuscì subito a stabilire
come si sarebbero chiamare gli Aluir della pianura, i loro nobili, o i
guerrieri Vanyr del freddo nord, i patronimici tipici, l’uso dei soprannomi o
del richiamo di un antenato nel cognome di un individuo, ecc.
Non nascondo che
per me è puro divertimento proseguire in quest’ottica.
16) Che cosa ti aspetti dal pubblico che leggerà il tuo libro?
Bella domanda.
Per non dilungarmi spero di essere compreso in ciò che credo trapeli dalle
risposte precedenti: l’ambizione di portare il lettore a Ferhaven, fargli
respirare la sua aria, sentire i suoi profumi e ascoltare le sue lingue.
In
concreto credo che il fantasy oggi, non saprei bene dirti se anche quello
nostrano, abbia preso due strade ben distinte che poco guardano a questa cosa.
Da una parte c’è un genere ben fatto, come quello di Martin, o della Carey, che
sono riusciti a dare vita a mondi davvero originali e tangibili prediligendo
però storie crude, una visione spesso senza cuore e molto adulta (al contrario
io mi rivolgo soprattutto a una fascia giovane).
Dall’altra c’è una mole di
romanzucci, che sembrano usciti più dalla mente di un creatore di videogiochi che
da uno scrittore. In realtà c’è anche il fantasy parodistico, alla Pratchett,
che però esula un po’ dal discorso credo. Lo apprezzo comunque.
17) Come è andata l’esperienza del Salone del Libro di Torino quest’anno?
Tremenda. Una
gran faticata per poca cosa; ma c’era da aspettarselo.
Per un piccolo editore e
per un ancor più piccolo autore, sei una goccia nell’oceano lì dentro, senza
contare che visibilità dello stand, costi elevanti (quasi nessuno sconto in
giro!), più biglietto d’entrata non giovano di sicuro alla piccola e media
editoria. Ma è un’esperienza che andava fatta e sono orgoglioso di poter dire
che "Il Sole di Alur" ha esordito in mezzo ai grandi nomi e così tanta gente.
A
tal riguardo ringrazio davvero di cuore le ragazze e i ragazzi che sono venuti
per avere la dedica e l’autografo sul libro.
18) Vorresti
lasciare un piccolo consiglio, in base alla tua esperienza, agli aspiranti
scrittori?
Ci sarebbero
un sacco di cose da dire: quello che conta è non scoraggiarsi, imparare da chi
è già passato dalla stessa strada e dal proprio cuore. L’errore non è
sbagliare, ma arrendersi, lo dico sempre.
Per il resto togliete quanti più
avverbi possibile e leggete qualche buon manuale di scrittura creativa.
Ma grazie a te
davvero per l’opportunità e alle lettrici e ai lettori del blog che gradiranno
altrettanto attraversare i cancelli del mio mondo. In quel caso, buon viaggio!
;-)
E un grazie speciale a voi che siete stati nella mia "Locanda dei Libri" anche oggi ^_^
Vi lascio ancora il secondo, bellissimo, booktrailer dedicato alle date d'esordio de "La sesta regola".
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminache bella intervista!!non vedo l'ora di leggere il suo libro!!!!mi ispira parecchio!
RispondiEliminaGrazie! Tutto merito delle risposte di Alessandro ^_^
EliminaIspira parecchio anche me!
Complimenti a tutti e due per l'intervista. Domande interessanti e risposte ancora più interessanti.
RispondiEliminaViene sempre più voglia di immergersi nel mondo fantastico di Ferhaven.
Amo Trappola ed amo questa descrizione che Alessandro ci ha scritto.
Complimenti ancora.
Aaaah, ultima cosa. Anche il nuovo trailer mi piace molto, musica azzeccata ed effetti splendidi.
In bocca al lupo ad Alessandro e spero un giorno di poter leggere il suo libro.
Grande Clody *-*
Grazie a te Alessia,
Eliminamolto lieto di darti il benvenuto sul mio mondo. Come per tutti, non dimenticare di visitare il sito ufficiale: ci troverai molte informazioni e novità su Ferhaven e la saga stessa ;)
www.specchionero.net
Un saluto a tutto il blog anche da parte di Trappola :3
Che carina...sono contenta che l'intervista ti sia piaciuta, grazie Alessia ^^
EliminaGrazie!
RispondiEliminaDi cuore mi associo agli altri commenti!
Mi rivedo tanto nella descrizione personale di Alessandro (domanda N°2), anche io sono uno che, come si dice al mio paese, "duna 'ncuorpu a 'utti e 'ncuorpu o tumpagnu", che per gli amici del piemonte significa letteralmente "da' un colpo alla botte ed uno al tompagno"... credo di essermi spiegato! Magari qualche volta tra le nuvole - che anche io sono solito frequentare - ci si incontrerà!
Buona giornata a tutti!!!
Grazie Andrea! Mi sa che lì fra le nuvole sia affollato allora, anche io ci faccio un salto di tanto in tanto :-D
EliminaLe interviste sono sempre bellissime!
RispondiEliminaGrazie mille!!!
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