Lettori miei benvenuti ad un altro appuntamento con la mia rubrica "Incontro con l'autore"!
Oggi ho il piacere di ospitare Luciano Pomoni, autore di La mossa al nero.
Titolo: La mossa al nero
Autore: Luciano Pomoni
Editore: Lettere Animate
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Lettere Animate
Anno di pubblicazione: 2012
Pagine: 112
Genere: Giallo/Thriller
Prezzo di copertina: €9.00
TRAMA
Un amministratore
locale 54enne deluso dalla politica, già estremista di destra in gioventù,
salva casualmente la vita ad un ex militante di Avanguardia Operaia. Dovrà, suo
malgrado, fare i conti con i sospesi del passato e con nuove difficoltà. Gli
accadimenti sembrano riflettersi anche su un piano esoterico e, reale o
immaginario che sia, ne scaturiscono eventi delittuosi. In questo frangente si
inserisce anche una nuova storia d’amore che riecheggia anch’essa, nel cuore
del protagonista, una lontana e mai sopita passione giovanile. La partita a
scacchi che si gioca sui due piani, reale e onirico, non può essere vinta, ma
solo sospesa. La vicenda si snoda fra Venezia, Mestre, Treviso e Mantova.
AUTORE
Luciano Pomoni,
nato a Venezia nel 1956.
Laureato in Storia, vive a Mestre con la moglie e due
figli.
“La mossa al nero”
è il suo romanzo d’esordio.
INTERVISTA
1) Ciao Luciano e benvenuto alla Locanda dei Libri ! Cosa vuoi raccontare di te ai nostri lettori?
Ho
56 anni sono sposato e ho due figli. Lavoro per il Gruppo F.S. e mi piace
leggere; forse anche scrivere, ma questa è una cosa recente.
2) Quando è
nata la tua passione per la scrittura?
Ho
cominciato con delle ricerche storiche, visto che mi sono laureato in Storia
contemporanea. Ho pubblicato qualcosa nel circuito universitario e per qualche
fondazione. Cose specialistiche, o di nicchia, se vogliamo. Dopo qualche anno
mi sono sognato di scrivere un racconto.
3) Questa è la
tua prima pubblicazione?
Come
romanzo sì.
4) Da 1 a 10
quanto è difficile esordire come scrittore al giorno d'oggi in Italia, in base
alla tua esperienza?
Per
me è stato facile, perché ho trovato una brava editor, Martina Galvani, che mi
ha corretto il manoscritto e mi ha indirizzato verso Lettere Animate. So che
per molti è difficile e spesso pagano per essere pubblicati, credo però dipenda
anche dalla qualità dei loro scritti.
5) Qual è il
tuo autore e il tuo libro preferito?
Autori
parecchi. Sarò banale, ma il libro che forse mi è piaciuto di più è stato “Il
nome della rosa” di Umberto Eco. L’ho letto almeno tre volte, anni fa. Mi è
piaciuta la trama, ovviamente, ma anche l’ambientazione storica e la
correttezza delle citazioni.
6) Come nasce
il tuo libro “La mossa al nero”? A cosa ti sei ispirato?
Conservavo
alcuni volantini degli anni ’70 che mi erano serviti per un convegno sul tema;
mi aveva colpito un ciclostilato del “CUB Pacinotti” del 12 marzo 1973, dove si
parlava di una bomba e dell’intervento in assemblea di “uno sconosciuto
fascista”. Ho pensato di dare un nome a quello “sconosciuto” e crearci sopra
una storia. Il volantino figura alla fine del primo capitolo.
7)
Per quale motivo il pubblico dovrebbe leggere questo libro?
Oddio,
non lo so. Non credo certamente che si tratti di un capolavoro, ma almeno è
corretto dal punto di vista storico. Date e giorni coincidono, cosa piuttosto
rara in molti autori. È una mia mania e immagino dipenda dalla mia formazione.
8)
Temi il giudizio del pubblico?
No,
tra l’altro finora ho raccolto solo impressioni positive. C’è a chi piace più
una parte, chi un’altra, ma mi dicono che la storia sta in piedi, pertanto…
9)
Ci puoi parlare un po’ del protagonista?
È
un cinquantaquattrenne ex amministratore locale deluso dalla politica. Si trova
casualmente a salvare la vita ad un vecchio avversario politico. Questo evento
fa riaffiorare alcune vicende del suo passato di estremista di destra. Cose mai
risolte, che ora chiedono il conto. Rimettere le cose a posto richiederà tempo,
fortuna, intelligenza e, forse, qualche aiutino dal mondo dell’occulto.
10)
Nel tuo romanzo tocchi diverse città: Venezia, Mestre, Treviso e Mantova. La scelta è
caduta su di loro per qualche motivo in particolare?
La vicenda si svolge principalmente a Mestre, dove abito.
È una città strana e poco raccontata, perciò mi sembrava giusto omaggiarla.
Mestre è la parte più consistente del Comune di Venezia, città quest’ultima sede
della Regione del Veneto e del Tribunale, luoghi citati nel racconto. Treviso e
Mantova non hanno un perché, ma mi sembravano idonee, nell’ambito dello
sviluppo della narrazione, per la loro distanza geografica.
11) La metafora di una partita a scacchi è importante all’interno della
storia? A giudicare anche dalla copertina pare di sì!
Gli scacchi esercitano da sempre un certo fascino, si
tratta di un gioco antico e strategico, adatto pertanto alla trama di un
giallo. Il nero richiama anche la vecchia fede del protagonista, infatti ad
introduzione del romanzo ho voluto mettere una frase di una vecchia canzone di
De Gregori, Le Storie di Ieri: “A
giocare col nero perdi sempre”, emblematica, a mio avviso del periodo e del
contenuto narrato.
12) Hai qualche altro progetto in corso d’opera?
Certo che sì, ma in traccia. Prima voglio vedere se questo
noir incontra il favore del pubblico.
Se sì, magari ne scrivo un altro; altrimenti, meglio dedicarsi a qualche altro
hobby.
13) Ti va di lasciare un consiglio per tutti coloro che aspirano a
diventare scrittori?
Innanzitutto quello di leggere, leggere molto. Solo
attraverso la lettura impari a scrivere e a capire quello che c’è e quello che
non c’è ancora. Tante persone pensano di avere qualcosa da dire, ma purtroppo o
non è così, oppure è già stato detto. Infine, non svendersi: se pensi che il
tuo prodotto valga qualcosa, non affannarti a pubblicarlo per forza, magari
pagando. È solo tempo e denaro perso.
Luciano grazie per essere stato mio ospite e per questa chiacchierata!
I miei migliori auguri per tutti i tuoi futuri progetti.
bella intervista..complimenti
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