domenica 20 gennaio 2013

Recensione de "La Profezia di Karna e l'amuleto maledetto"


Amici lettori buongiorno!
Oggi ho deciso di tenervi compagnia con 
questa mia recensione :-)


Titolo: La Profezia di Karna e l'amuleto maledetto
  Autore: Eugenio Nascimbeni
 Editore: Falzea
 Anno di pubblicazione: 2012
Formato: Brossura
Pagine: 251
Genere: Fantasy Thriller
Prezzo di copertina: €15.00

 TRAMA

Nel IV secolo a.C., in un territorio celtico corrispondente all’attuale Carnia, l’amore di Alasia e Damien si scontra con la brutale ferocia di Athor, crudele signore del loro villaggio, da sempre innamorato follemente della giovane.
Duemilacinquecento anni dopo, Mary, squillo d’alto bordo, ruba un prezioso amuleto di bronzo, appartenuto ad Alasia, dalla casa di un industriale dai traffici poco puliti. Il furto dà origine a una caccia senza tregua, fino a un minuscolo paese sorto sulle ceneri dell’antico villaggio celtico di Alasia e Damien.
L’incontro in quel luogo di Mary con Siro, commesso in un supermercato, sembra voluto dal destino, così come il ritrovamento di una necropoli celtica in quel piccolo paese. L’impressione di aver già vissuto quei luoghi e quelle emozioni accomuna i personaggi, prima spaventati, poi increduli, infine consapevoli del loro destino.
L’amuleto trascina con sé una maledizione ancestrale che deve essere spezzata a tutti i costi.

RECENSIONE


Tutto nasce dal ritrovamento di un sepolcreto a Paularo, una necropoli celtica risalente ad un periodo che va dal VII al II secolo a.C. Ecco come dalle ceneri di un passato avvolto nella leggenda, prende vita il nuovo romanzo di Eugenio Nascimbeni.
Come scenario di questa storia l'autore ha scelto la Carnia, territorio che appartiene alla regione del Friuli a ridosso delle alpi, una terra antica dove il presente è ancora condizionato dal passato e dalle tradizioni locali, per fortuna!
Un romanzo che inizia con una storia d'amore e morte: l'amore di due giovani stroncato sul nascere dalla malvagità di un uomo feroce. Un atto di autentica brutalità che scatenerà l'ira della dea Karna, la quale prometterà una vendetta destinata a compiersi centinaia di anni più tardi. Ed è qui che il passato e il presente si ricongiungono.
Ho apprezzato molto gli elementi folcloristici che di tanto in tanto si ritrovano nella pagine del libro, ed è ragguardevole anche il modo in cui l'autore cerca di riportare in superficie la storia celtica che abbraccia questo luogo fin dalle sue origini. Si nota che esiste un certo studio e un lavoro preciso dietro questo romanzo; Nascimbeni si è sicuramente documentato e ha cercato di rendere il più chiaro possibile ogni aspetto, anche tramite l'uso delle note. L'approccio al folclore resta comunque contenuto... diciamo né troppo, né poco!
Si avverte molto bene l'attaccamento dell'autore a questa terra che ospita il suo romanzo, un legame alla tradizioni e alle leggende della Carnia, ma purtroppo la storia in sé perde il suo smalto di fronte a questo.
"La Profezia di Karna e l'amuleto maledetto" non è riuscito a coinvolgermi veramente, a suggestionarmi... lo stile della scrittura non c'entra, perché è buono e anche la suddivisione in capitoli brevi è efficace, ma la storia vera e propria non mi ha convinta del tutto, purtroppo non ha fatto scattare nulla in me. 
Ciò che ho notato è che l'autore ha separato la narrazione non solo attraverso la suddivisione temporale tra il passato e il presente, ma anche utilizzando uno stile di scrittura diverso: un andamento decisamente più epico per la prima parte, dove narra le vicende del popolo celtico che in origine abitava l'attuale Carnia, e un tipo di scrittura invece più moderno e immediato per il resto del romanzo, ambientato ai giorni nostri. Una scelta interessante a mio parere, sicuramente apprezzabile.
Troppi aspetti però non mi hanno convinta e in più di un'occasione la situazione è risultata molto prevedibile. I personaggi non sono pessimi, ma li ho trovati leggeri... quella tipologia di personaggi che si cancellano dalla mente poco dopo aver finito il libro. La Dea Karna non l'ho trovata per nulla misteriosa, né intrigante e non mi ha suscitato nemmeno un po' di soggezione... tutto ciò che ci si aspetterebbe da una Dea che si rispetti, no?
Dal mio punto di vista, forse il romanzo non è risultato incisivo per la volontà di portare il passato nel presente a tutti i costi, risultando però un presente davvero poco coinvolgente.
Forse era opportuna una scelta differente... secondo me l'autore avrebbe dovuto mettere a frutto tutta la sua passione per la storia di questi affascinanti luoghi, sfruttando le leggende e le antiche usanze (di cui lui sicuramente è un ottimo conoscitore e un appassionato) per ricostruire ciò che è stato e ambientare la storia proprio nel periodo storico popolato dai celti.

3 commenti:

  1. Clody bella recensione, chiara come sempre! A me il fantasy non piace proprio come genere quindi non mi cimenterò mai (ci ho provato, ma con scarsi risultati!) però è un piacere leggerti!

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  2. Dalla trama mi aveva incuriosita molto ma devo ammettere che dopo aver letto la tua recensione mi è un pò venuto a noia, non credo che lo leggerò! Recensione molto esaustiva Claudietta! ;) Bacio

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