giovedì 26 aprile 2012

Recensione di "Ho baciato una strega"


Grazie alla cortesia dell'autore Diego Galdino, che mi ha inviato il suo libro "Ho baciato una strega", stasera posso offrirvi la mia recensione del romanzo!

Titolo: Ho baciato una strega
Autore: Diego Galdino
Editore: Edilet
Anno di pubblicazione: 2010
Formato: Brossura
Pagine: 187
Genere: Narrativa italiana
Prezzo di copertina: €12.00

TRAMA

In questa storia, intessuta d'incantesimi e pozioni, di lotte ancestrali tra bene e male, assurgono a protagonisti due figure lontane dagli stereotipi che siamo abituati ad incontrare tra le pagine dei romanzi d'amore. 
Padre Lowel e Nicole Mijoren (sacerdotessa della Wicca, la religione delle streghe) proprio per questo motivo divengono personaggi affascinanti, difficili da lasciare. Tanto che, arrivati alla fine, ci si domanderà se l'autore stesso non ci abbia fatto un incantesimo, usando la sua scrittura fluida e accattivante per tenerci legati al suo libro dalla prima all'ultima pagina, ininterrottamente.

AUTORE

Diego Galdino è nato nel 1971 a Roma, dove vive. è appassionato di cinema e letteratura straniera, soprattutto anglosassone. Ama perdutamente il mondo dei libri: annusarli, sfogliarli, leggerli e collezionarli (antiquariato e prime edizioni), oltre che scriverli.
Ha pubblicato i romanzi Leonor (2001, Premio "Un libro per l'estate"), Il mondo di Christina (2002), Una casa a metà (2003), Il cardo si Yosemite (2007) e L'osservatore di foglie (2008).
Si è già distinto, per riscontro di critica e pubblico, come una delle voci più interessanti della narrativa italiana contemporanea.

RECENSIONE

Questa è una storia di vendetta, in cui il Male, con strano senso dell’umorismo, intende servirsi proprio di un ministro di Dio per portare a termine il suo piano.
Ma è anche una storia d’amore, quello di padre Lowel per la sua nipotina Sara, affidata alle sue cure quando era ancora una neonata.
Poi c’è l’amore per Nicole, una sacerdotessa della Wicca che farà perdere la testa a padre Lowel, ma non attraverso pozioni e incantesimi…il loro sarà un amore puro, terribilmente vero, che li porterà a dover fare una scelta.
Questo romanzo ci mostra il lato umano di un sacerdote, non duro come la pietra, ma fatto di carne, sangue e paure, come qualsiasi essere umano.
È da apprezzare che la storia faccia anche un po’ di luce sulla religione Wicca, aiutando a smentire molte credenze popolari, che portano a pensare alle streghe come donne malvagie a cavallo di una scopa e con porri pelosi sul naso. Infatti Nicole non è niente di tutto ciò, anzi!
La ragazza, soprannominata la “strega delle mele”, vive a Salem (città delle streghe per eccellenza). Il suo soprannome mi ha fatto un pò pensare ad Eva e al frutto proibito, e di come Adamo non seppe resistere alla tentazione...in fondo è ciò che succede a padre Lowel...simpatica analogia! 
Nicole è dolce, solitaria ma generosa, conduce una vita tranquilla osservando i rituali tipici della sua religione, senza fare del male a nessuno. Naturalmente non viene compresa dagli abitanti della sua città che, in un misto di sospetto e inquietudine, la rendono un’emarginata.
Questo è un buon tema, che viene trattato a partire dalle sue origini, ovvero i processi per stregoneria di Salem. Attraverso i racconti di Nicole, l’autore ci offre una breve ma efficace descrizione della “caccia alle streghe”, senza paura di nascondere la sua repulsione verso questi atti feroci.
La figura che mi è piaciuta di più è stata quella del Male, che viene personificato in un giovane uomo, distinto ed elegante, di ottimo aspetto, risoluto ma sempre con un comportamento ineccepibile…è una figura di gran fascino! Questo “ragazzo misterioso”, come viene definito nel libro, farà capire a padre Lowel di essere sempre un passo davanti a lui e di averlo sotto controllo, ma senza incomodarsi, mantenendo costantemente il suo comportamento da gran signore.
Gli elementi del romanzo funzionano tutti, anche la storia d’amore tra padre Lowel e Nicole, che non è tutta burro e miele, al contrario la definirei abbastanza repentina, come se due anime destinate a stare insieme si fossero riconosciute all’istante.
È un buon libro, ben scritto, dotato anche di una certa originalità, godibile senza troppi luoghi comuni…a parte, forse, quello di ambientare la storia a Salem, ma verso la fine ho capito che è stata una scelta quasi obbligatoria, finalizzata ad un certo elemento del romanzo, che però non vi voglio svelare!

8 commenti:

 

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