mercoledì 23 maggio 2012

Incontro con l'autore... Alessandro Fusco!


Cari lettori oggi sono davvero contenta di poter ospitare nella mia Locanda Alessandro Fusco, scrittore del primo capitolo di una promettente saga fantasy: Il Sole di Alur - La sesta regola.
Cliccate qui per conoscere tutti i dettagli del libro.
Quindi mettetevi comodi e godetevi l'intervista :-)


1) Ciao Alessandro! Ti vorresti presentare ai nostri lettori?
Un saluto a tutti da parte mia. Dunque, ho 38 anni, vivo in Piemonte e da qualche anno mi sono messo caparbiamente in testa di voler fare lo scrittore. In verità, ne ho provate davvero tante: ho fatto l’illustratore, il decoratore, il musicista, lo storico, il grafico, il promoter e infine il venditore. Ne fosse andata bene una! Sia mai fosse quella buona…

2) Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni? Le hai in qualche modo messe a servizio del tuo libro? 
Ecco, qui la lista potrebbe allungarsi e di tanto: come a dire, vivo davvero con la testa fra le nuvole. Sicuramente tutto quello che ho coltivato, e per cui ho speso credo il 90% della mia vita, è confluito in modo incisivo e direi positivo nella saga, così come in altri scritti. Sono patito di storia, letteratura, antropologia, mitologia, esoterismo, religione, leggende, fantasy, giochi di ruolo, videogiochi, fumetti, animazione, film, miniature, libri, musica, viaggi, cibo. Insomma, di tutto un po’ fuorché calcio e politica.

3) Che cosa rappresenta per te il Fantasy?
Bella domanda. In prima battuta ti direi l’infanzia, quella che stenta a tramontare in fondo al cuore, benché meno quando sei catapultato indietro nel tempo appena senti una parola in Quenya, vedi una copertina “magica”, o ascolti una musica evocativa. 
Il fantastico in generale (preferisco parlare di questo, anziché di fantasy in senso stretto) è stato da sempre per me una fuga e un ritorno: una fuga da questa realtà e una realtà nuova quale meta e specchio delle mie aspirazioni e dei miei ideali. Oggigiorno questa visione potrebbe non bastare più neppure a me, visto che anche il fantasy ha preso strade decisamente meno idealistiche e più moderne.

4) Qual è il tuo libro del cuore?
Accidenti, trovarne uno solo è un bel problema. 
Di getto mi verrebbe da dire Fiabe Irlandesi, raccolta di leggende celtiche rielaborate da James Stephens che mi colpì nell’adolescenza, oppure Racconti Crudeli del “maledetto” Villiers de l’Isle-Adam. Non potrei però non citare anche il Silmarillion di Tolkien e tutta l’opera di Lovecraft.

5) E il tuo autore/autrice preferito? 
Sopra ogni altro? Joseph Sheridan LeFanu, Théophile Gautier, Villiers de l'Isle Adam, Edgar Allan Poe, Conan Doyle, H.P.Lovecraft, J.R.R.Tolkien, David Eddings, Terry Pratchett e Neil Gaiman. A breve potrò dirti anche G.R.R.Martin, ne sono certo. 

6) Che cosa pensi dei romanzi Urban Fantasy che oggi vanno tanto di moda?
Un no comment può andare bene? ;P
No, scherzi a parte. Francamente li considero una gran moda. Grande nel senso che qualcuno si è arricchito per bene con questo sottogenere e per il fatto di aver fatto davvero presa. 
Le idee di fondo erano originali e belle, a mio dire (vengo da esperienze come Vampire the Masquerade e tutto il World of Darkness dei GdR), ma lo sviluppo ormai a senso unico (aka: la storia d’amore fra essere umano e creatura delle tenebre) ha davvero toccato il fondo. 
Non me ne vogliano troppo le fan di certi “vampiri” et similia: de gustibus. 
La letteratura è un’altra cosa ed è quella che prendo a modello.

7) Come è nata la saga de “Il sole di Alur”?
La sua nascita è in effetti legata a qualcosa che ha dato spesso il via a storie e racconti di genere fantasy: un gioco di ruolo. È dai tempi della riedizione di Advanced D&D che immaginai le basi di un mondo tutto mio, su cui ambientare trame e avventure di ogni genere, sviluppando poi un sistema nuovo di gioco. Il vantaggio è stato certamente quello di aver arricchito il mondo di Ferhaven, fin nel midollo, di numerosi particolari, eventi e culture. Ad oggi esiste una cronologia lunga tre Ere per circa 6000 anni di storia.

8) Ci puoi descrivere Térion, il protagonista del libro?
Térion è il mio “prescelto”. Come tanta narrativa fantastica, figlia di quella anglosassone in cui spesso il protagonista è l’orfanello destinato a rivelarsi un personaggio di riguardo, anche in questo caso la storia vede al centro un vero e proprio predestinato. La profezia che pende sulla sua testa (riportata anche in quarta di copertina) è la firma che suggella tale presupposto. Quanto lo sviluppo della trama possa in realtà portare il lettore verso ben altre dimensioni rispetto a questo stereotipo, non spetta a me giudicarlo (diciamo che ce la metto tutta). Quando un editore, fra quelli che mi hanno proposto di pubblicare il libro, mi disse che il protagonista era troppo simile a Re Artù, non mi soffermai nemmeno a spiegargli quanto si sbagliasse.

9) C’è anche un po’ di te in questo ragazzino?
C’è parecchio, per lo meno è quello che dice chi mi è accanto da sempre. In realtà, ne sono certo, Térion rappresenta un po’ il lato buono e idealista (per lo meno nel primo libro) di cui erano fatti i cuori di tanti giovani con cui sono cresciuto; e spero anche il mio.

10) Puoi raccontare qualcosa anche di Trappola, il gatto che vediamo sulla copertina del libro?
Trappola Trappola… Non lo nascondo, il gatto rosso in copertina, e nel romanzo, è davvero qualcosa di ben riuscito. In parole povere volevo affiancare a Térion da subito una sorta di “grillo parlante”, ma diverso dal mentore saccente “politically correct”. Se ci aggiungi che da bambino adoravo letteralmente la favola del Gatto con gli stivali e che ho avuto una gatta soriana cui ero molto legato (si chiamava Fianna), puoi fare due più due. Inutile aggiungere che quando poi vidi l’immagine di quel gatto su DeviatArt, me ne innamorai perdutamente: era lui, senza alcuna ombra di dubbio.

11) La saga è composta da cinque volumi giusto? Posso chiederti a che punto sei arrivato nel scriverli?
Attualmente sto per concludere il secondo volume, che si intitolerà "Il Custode del Tramonto", ma sono anche all’opera sul terzo capitolo della saga.
I primi due romanzi rappresentano per così dire l’adolescenza del protagonista e dei compagni che incontrerà sulla sua strada, mentre dal terzo in poi l’opera acquisterà maggiormente l’aspetto di una saga heroic fantasy classica, con toni e temi guerreschi molto accesi e riflessioni sempre più mature. 
Il progetto iniziale è da sempre quello di far crescere i protagonisti insieme alla storia stessa.

12) Com’è il mondo di Ferhaven? Che cosa ci dobbiamo aspettare?
Ferhaven, non l’ho mai nascosto, ha tanto in sé delle cose con cui sono cresciuto, dalla passione per le saghe nordiche, ai primi anni nel fantasy passati sui libro-game. Ci sono divinità molto simili a quelle celtiche, fortezze tipiche dell’Europa feudale e creature di richiamo mitologico e leggendario (e direi anche letterario, come gli elfi). Non è tanto questione, per come lavoro nella mia fantasia, di inventare nuove razze, per esempio, o nuove armi magiche di distruzione di massa, o scenari e poteri originali a qualunque costo, ma di rielaborare per scelta quelle atmosfere e quei valori che hanno fatto grande davvero il fantasy di successo di un tempo. Quello che deve fare la differenza, e spero di riuscirci in questo, sono le storie, i personaggi, i loro ragionamenti e le loro imprese.

13) Curiosando nel sito ufficiale del mondo di Ferhaven, ho notato che oltre a molte informazioni, ci sono anche immagini che rimandano al mondo fantasy che hai creato e delle mappe che, devo dire la verità, mi hanno molto ricordato quelle della Terra di Mezzo, presenti nel libro “Il Signore degli Anelli”.  Hai tratto ispirazione dall’universo tolkieniano?
Francamente, a parte un discorso particolare sugli elfi, non ho mai preso Tolkien come modello nella creazione di Ferhaven. Una grande ispirazione, posso confessarti, me la diede invece Titan, il mondo su cui erano ambientati le storie e i giochi di Steve Jackson e Ian Livingstone, che certamente non è così lontano da Arda. Ciò che mi preme mettere in luce, quando aggiungo un “pezzettino” della mia terra, è lo spirito di cui è fatta. In questo senso, una cosa che mi è stata riconosciuta nella scrittura, è la capacità di portare visivamente il lettore a Ferhaven. Non posso che prenderlo per un complimento.

14) “I Canti di Nethariell” è un altro tuo libro?
I Canti sono un progetto parallelo, a cui tengo moltissimo. Presto aprirò anche una sezione dedicata a essi su Specchio Nero, il sito ufficiale della saga, con qualche estratto. 
Si tratta in sostanza di creare un passato storico a Ferhaven (il riferimento è l’Era Antica che rappresenta il periodo che precede gli eventi narrati nel Sole di Alur) di cui furono protagonisti assoluti gli elfi, e in particolare il popolo dei Nethar, dal nome del loro regno Nethariell. In questo sì, ecco che torniamo alla domanda di prima, ho preso volutamente a modello il grande Tolkien, ma non solo. 
C’è un mondo di miti e leggende, soprattutto di origine nordica, che mi hanno colpito sin da piccolo, dai magici regni dei Sidhe, al Ljusalfheim norreno. E per proseguire – sento di dirlo con presunzione ma anche in piena coscienza – in quella tradizione direi quasi bardica, ho deciso di narrare gli eventi di quell’epoca attraverso versi in rima, dal sapore antico, spiegati a loro volta da brevi racconti, il tutto corredato (questo il progetto) da illustrazioni di grande qualità. 
Non appena raggiungerò un numero cospicuo di brani (sono attualmente a 25), proporrò all’editore il lavoro. Non posso anticipare null’altro, ma c’è da far venire le lacrime agli appassionati dal sangue Noldor.

15) Lo so che questa può sembrare una domanda strana ma….come si fa ad inventare dei “bei nomi” per un romanzo fantasy? I nomi credo che siano molto importanti per caratterizzare personaggi e luoghi giusto?
Questa è una delle domande che ritengo davvero importante nell’ottica di una saga fantastica. Come dice un paragrafo del libro: “il nome di ciascuno di noi è importante. Esso da forma alle nostre azioni così come il nostro spirito ne determina il significato.” 
Per me è di primaria importanza lo studio, l’ispirazione e la scelta di un nome, persino quello del popolano più insignificante. Come per Tolkien, sono consapevole che la storia della lingua di un popolo parla del popolo stesso, della sua identità, delle sue peculiarità e dei suoi valori. Ne consegue che anche i nomi possono contribuire a rendere più concreto e vivido il mondo di fantasia che lo scrittore vuole costruire. A questo proposito le basi del gioco di ruolo da cui Ferhaven nacque sono state fondamentali. All’epoca riuscì subito a stabilire come si sarebbero chiamare gli Aluir della pianura, i loro nobili, o i guerrieri Vanyr del freddo nord, i patronimici tipici, l’uso dei soprannomi o del richiamo di un antenato nel cognome di un individuo, ecc. 
Non nascondo che per me è puro divertimento proseguire in quest’ottica.

16) Che cosa ti aspetti dal pubblico che leggerà il tuo libro?
Bella domanda. Per non dilungarmi spero di essere compreso in ciò che credo trapeli dalle risposte precedenti: l’ambizione di portare il lettore a Ferhaven, fargli respirare la sua aria, sentire i suoi profumi e ascoltare le sue lingue. 
In concreto credo che il fantasy oggi, non saprei bene dirti se anche quello nostrano, abbia preso due strade ben distinte che poco guardano a questa cosa. Da una parte c’è un genere ben fatto, come quello di Martin, o della Carey, che sono riusciti a dare vita a mondi davvero originali e tangibili prediligendo però storie crude, una visione spesso senza cuore e molto adulta (al contrario io mi rivolgo soprattutto a una fascia giovane).
Dall’altra c’è una mole di romanzucci, che sembrano usciti più dalla mente di un creatore di videogiochi che da uno scrittore. In realtà c’è anche il fantasy parodistico, alla Pratchett, che però esula un po’ dal discorso credo. Lo apprezzo comunque.

17) Come è andata l’esperienza del Salone del Libro di Torino quest’anno?
Tremenda. Una gran faticata per poca cosa; ma c’era da aspettarselo. 
Per un piccolo editore e per un ancor più piccolo autore, sei una goccia nell’oceano lì dentro, senza contare che visibilità dello stand, costi elevanti (quasi nessuno sconto in giro!), più biglietto d’entrata non giovano di sicuro alla piccola e media editoria. Ma è un’esperienza che andava fatta e sono orgoglioso di poter dire che "Il Sole di Alur" ha esordito in mezzo ai grandi nomi e così tanta gente. 
A tal riguardo ringrazio davvero di cuore le ragazze e i ragazzi che sono venuti per avere la dedica e l’autografo sul libro.

18) Vorresti lasciare un piccolo consiglio, in base alla tua esperienza, agli aspiranti scrittori?
Ci sarebbero un sacco di cose da dire: quello che conta è non scoraggiarsi, imparare da chi è già passato dalla stessa strada e dal proprio cuore. L’errore non è sbagliare, ma arrendersi, lo dico sempre. 
Per il resto togliete quanti più avverbi possibile e leggete qualche buon manuale di scrittura creativa.

Alessandro l’intervista è finita, grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo e per averci fatto conoscere un po’ meglio il tuo libro e il mondo di Ferhaven!
Ma grazie a te davvero per l’opportunità e alle lettrici e ai lettori del blog che gradiranno altrettanto attraversare i cancelli del mio mondo. In quel caso, buon viaggio! ;-)

E un grazie speciale a voi che siete stati nella mia "Locanda dei Libri" anche oggi ^_^
Vi lascio ancora il secondo, bellissimo, booktrailer dedicato alle date d'esordio de "La sesta regola".



10 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. che bella intervista!!non vedo l'ora di leggere il suo libro!!!!mi ispira parecchio!

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    1. Grazie! Tutto merito delle risposte di Alessandro ^_^
      Ispira parecchio anche me!

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  3. Complimenti a tutti e due per l'intervista. Domande interessanti e risposte ancora più interessanti.
    Viene sempre più voglia di immergersi nel mondo fantastico di Ferhaven.
    Amo Trappola ed amo questa descrizione che Alessandro ci ha scritto.
    Complimenti ancora.
    Aaaah, ultima cosa. Anche il nuovo trailer mi piace molto, musica azzeccata ed effetti splendidi.

    In bocca al lupo ad Alessandro e spero un giorno di poter leggere il suo libro.

    Grande Clody *-*

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    1. Grazie a te Alessia,

      molto lieto di darti il benvenuto sul mio mondo. Come per tutti, non dimenticare di visitare il sito ufficiale: ci troverai molte informazioni e novità su Ferhaven e la saga stessa ;)

      www.specchionero.net

      Un saluto a tutto il blog anche da parte di Trappola :3

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    2. Che carina...sono contenta che l'intervista ti sia piaciuta, grazie Alessia ^^

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  4. Grazie!
    Di cuore mi associo agli altri commenti!
    Mi rivedo tanto nella descrizione personale di Alessandro (domanda N°2), anche io sono uno che, come si dice al mio paese, "duna 'ncuorpu a 'utti e 'ncuorpu o tumpagnu", che per gli amici del piemonte significa letteralmente "da' un colpo alla botte ed uno al tompagno"... credo di essermi spiegato! Magari qualche volta tra le nuvole - che anche io sono solito frequentare - ci si incontrerà!
    Buona giornata a tutti!!!

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    1. Grazie Andrea! Mi sa che lì fra le nuvole sia affollato allora, anche io ci faccio un salto di tanto in tanto :-D

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