giovedì 28 giugno 2012

Incontro con... Alessandra Paoloni!


Amici lettori oggi per questa nuova puntata di "Incontro con l'autrice" facciamo quattro chiacchiere con Alessandra Paoloni, autrice di "La Stirpe di Agortos (Prima Generazione)".

Cliccando QUI troverete tutti i dettagli sul romanzo!

1) Ciao Alessandra e benvenuta alla Locanda dei Libri ! Vuoi presentarti, per chi ancora non ti conosce?
Innanzitutto volevo ringraziarti per la gentile ospitalità e per la possibilità che mi concedi per parlarvi un po' di me. Mi piacerebbe definirmi  una scrittrice a tutti gli effetti ma questo purtroppo ancora non è possibile. Ho pubblicato fino ad ora quattro libri con piccole case editrici, ma la strada è ancora lunga da percorrere e sono appena all'inizio. Ma non demordo, sebbene sia una ragazza all'apparenza timida e insicura, quando mi prefisso un obiettivo non c'è ostacolo che possa fermarmi. 

2) Che cosa ti ha portata sulla strada della scrittura?
Scrivo da quando sono una bambina. So che può apparire questa come una frase fatta ma le cose sono andate esattamente così. Ho avvertito fin da subito, cioè fin da quando ho aperto e letto il mio primo libro, il bisogno di mettere su carta tutto ciò che la mia fervida fantasia e la mia immaginazione producevano. 
All'inizio lo facevo per gioco, poi all'età di vent'anni mi sono decisa a “fare sul serio”, ovvero a inviare i primi racconti e le prime poesie a giornali e riviste locali. Non è stato facile perché in quel modo sapevo che mi sarei esposta, ma sentivo il bisogno di condividere questa mia passione con gli altri. E la scrittura è diventata quindi il mezzo più efficace con il quale mi metto in comunicazione col mondo.

3) È vero che hai esordito come scrittrice di poesie? Ci parli di questa esperienza?
Si, nel 2008 è uscito il mio primo libro, la raccolta di poesie-monologhi “Brevi monologhi in una sala da ballo di fine Ottocento - i Morti”,  ispirata all'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master. Sono molto affezionata a quella mia piccola operetta (che ora si può scaricare dal sito lulu.com) in quanto molti dei personaggi rappresentati hanno qualcosa del mio carattere. Parlo di personaggi perché ogni poesia ha come titolo il nome dei protagonisti di questo mini romanzo in versi. Infatti il lettore che decide di affrontare quella lettura si ritrova di fronte non versi sparpagliati e autonomi ma poesie- monologhi concatenati che costituiscono alla fine un racconto. E' stata una bella sfida sia dal punto di vista stilistico che dal punto di vista personale. Con quella raccolta mi sono messa a nudo molto di più che con i successivi romanzi in prosa. 

4) C'è un luogo particolare in cui preferisci scrivere, che ti ispira maggiormente?
In genere scrivo al mio pc nella mia cameretta e cerco di ricreare attorno a me un ambiente silenzioso. Non riesco per esempio a scrivere con la musica in sottofondo. Mi distrae. Quando scrivo ho bisogno di pace e tranquillità, ho bisogno di ritrovarmi da sola coi miei pensieri e la mia immaginazione. 
Non nego però il desiderio di avere una stanza che si affacci magari sull'aperta campagna. Sarebbe magnifico scrivere e ogni tanto fissare fuori la finestra quella Natura che tanto amo descrivere nei romanzi fantasy delle generazioni.

5) Qual è il tuo libro preferito in assoluto?
Indubbiamente "Cime tempestose". L'ho amato fin dalle prime pagine e l'ho riletto e riletto più volte (e lo farò ancora). E' uno dei pochi libri che mi ha fatto ammettere alla fine “quest'opera avrei voluta scriverla io”. Se amo le atmosfere goticheggianti, i personaggi tormentati, gli scenari naturali e a volte cupi, lo devo tutto alla Bronte. 

6) Che cosa rappresenta il Fantasy per te?
Il fantasy non è affatto un genere per bambini, anzi. Conosco persone che la pensano in questo modo ma ogni volta io rispondo loro che dietro un'opera fantasy ci sono messaggi che a volte è arduo cogliere. Attraverso questo genere, col quale davvero puoi spaziare con la fantasia e dove tutto (o quasi) è possibile, si possono ricreare mondi utopistici, lanciare messaggi di ogni genere e trattare svariati tipi di argomenti. Un'opera fantasy non resta mai fine a se stessa, c'è sempre qualcosa nascosto tra le righe che il lettore dovrebbe cogliere.

7) Se potessi essere una creatura del mondo Fantasy, chi o che cosa saresti?
Posso peccare di presunzione e dire che vorrei essere la Natura? 
Natura intesa come spirito dei boschi che governa (non nel senso che amministra ma che guida) le stagioni e le manifestazioni atmosferiche? Abbraccerei così tutto il mondo fantastico e lo preserverei dalla minaccia dell'uomo. 

8) Come nasce "La Stirpe di Agortos"?
La Stirpe di Agortos ha una genesi e uno sviluppo molto tormentato e variegato. Nasce moltissimi anni fa, la figura di Agortos è nata quando andavo ancora al liceo. Volevo dare alla luce un fantasy che non rientrasse nei soliti canoni di “lotta bene contro male” o “stregoni cattivi contro stregoni buoni”.
L'intenzione era quella di creare un mondo fantastico e parlare della Natura e dell'universo magico che circonda i protagonisti. I protagonisti infatti sono umani, ma a differenza degli altri personaggi del libro s'impegnano a studiare il mondo mistico che li circonda.

9) A giudicare dalla trama sembra che il tema di un potere femminile sia importante... infatti abbiamo due eroine protagoniste: Anika e Airen.
Come mai questa scelta tutta al femminile? Ce le puoi descrivere?
Anika e Airen sono le figlie di Agortos. Agortos stipulò il patto con la Natura e a loro due spetta il compito di rispettarlo e fare in modo che le generazioni future facciano lo stesso. Airen e Anika in realtà rappresentano me stessa, due lati del mio carattere che ho scisso e che ho riversato su di loro. Anika è la sorella minore che è rimasta per tutta la sua vita a contatto con la natura mistica descritta da suo padre, non esita quando si tratta di continuare i suoi studi e entra in contatto con la parte magica del mondo senza alcuna paura. Airen invece è cresciuta a castello, in un ambiente totalmente diverso, ed è colta da infiniti dubbi su quanto faceva suo padre e su quanto fa sua sorella. Anche se alla fine accetterà il suo destino. Questi due personaggi sono l'uno l'antitesi dell'altro, rappresentano le due facce della stessa medaglia e si completano a vicenda quasi come se fossero una sola essenza, una sola persona. Ci si può rispecchiare nell'una come nell'altra, come anche in entrambe.

10) E’ il primo libro di una saga Fantasy giusto? Da quanti libri sarà composta questa saga?
Quando iniziai a scriverla tempo fa volevo portare a termine ben nove libri. Ma l'impresa sarebbe stata titanica. Così li ho ridotti a quattro. Ma non mi dispiacerebbe in futuro scrivere un paio di opere anche su Agortos e su come arrivò a stipulare quel patto. Il personaggio di Agortos è appena accennato nei libri delle generazioni, non perché sia meno importante anzi. Ma perché avrà uno spazio tutto suo. A volte mi trovo a pensare che farò come George Lucas per Guerre Stellari: iniziare dalla fine per tornare all'inizio. 

11) Che emozioni provi pensando al tuo romanzo?
Provo nostalgia soprattutto. Perché anche io vorrei vivere a volte in un mondo fantastico e incontaminato come quello di Airen e Anika. E provo una singolare familiarità con Agortos. Per citare di nuovo la mia amata Bronte: Catherine disse “ Io sono Heathcliff”. Io oserei dire: “Io sono Agortos”

12) Ci elenchi tra motivi per cui il pubblico dovrebbe leggere "La Stirpe di Agortos"?
Perché è un romanzo fuori dagli schemi. Non troverete battaglie epiche, cavalieri erranti senza macchia e senza paura, ma il lettore potrà facilmente riconoscersi in uno dei personaggi che sono estremamente umani e quindi ricchi di pregi e difetti come tutti noi. Poi la terra dell'Egucron è una terra ospitale, dove la Natura domina ancora sull'uomo e il fantastico si nasconde dietro ogni angolo.  E infine consiglierei il mio libro perché donerei al lettore una parte di me che altrimenti non racconterei mai.

13) Lo chiedo a tutti gli autori che ho il piacere di intervistare… vorresti dare un consiglio agli aspiranti scrittori?
Risponderei di non mollare, di avere fiducia, di combattere per i propri sogni ecc ecc... ma arrivata alla mia quarta pubblicazione suggerisco anche e soprattutto di restare umili e avere la testa sulle spalle. 
Purtroppo non tutti hanno la fortuna di sfondare e di pubblicare con le grandi (premetto che io non c'ho neanche provato). Quello che consiglio è di trovare un editore anche piccolo ma che creda in quello che gli si propone. 
Oggi internet offre tantissime possibilità per farsi conoscere, è cambiato il modo di approcciarsi alla lettura. Si pensi a tutti i lettori che preferiscono l'ebook anziché il cartaceo. Suggerisco allora di ritagliarsi uno spazietto nel sottobosco letterario e di farsi conoscere strada facendo. 
La scrittura è una passione e un bisogno, se si forza la mano, se si aspira solo ad avere successo e fare soldi consiglio di lasciar perdere subito. 
Anche io vorrei raggiungere ogni persona nel mondo con le mie opere, non lo nego. Ma questo avverrà in seguito: se si ha fortuna e si crede in quello che si fa i lettori (e magari anche le grandi case editrici) ci apprezzeranno lo stesso. 
Quindi molta umiltà, tanta passione e il desiderio di migliorarsi sempre. 

Alessandra grazie per essere stata con noi e per aver partecipato a questa bella intervista!
In bocca al lupo per tutto!
Grazie a voi e crepi il lupo! Spero di tornare ospite nel tuo blog più in là a parlarvi di un'altra mia opera.

2 commenti:

  1. Gli incontri con gli autori sono sempre belli da leggere!

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  2. Ne sono felice! E ti ringrazio per la tua frequenza nel leggerli e nel commentare, mi fa molto piacere :-)

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