Buongiorno a tutti voi e benvenuti ad una nuova puntata di "Incontro con l'autore"!
Iniziamo la settimana con un gradito ospite: l'esordiente Marco Bertoli, autore de La signora che vedeva i morti.
Tutti i dettagli del libro li trovate
cliccando questo
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INTERVISTA
1. Ciao Marco e benvenuto alla Locanda dei
Libri! Ti va di presentarti ai lettori?
Salve a tutti. Sono nato a
Brescia, ho 56 anni, sposato con Anna dal 1981. Ho due figlie, Debora, la
maggiore, già maritata, Serena, fidanzatissima, invece vive ancora con noi.
Lavoro come tecnico chimico al Dip. di Scienze della Terra dell’Università di
Pisa. Oltre alla lettura, sono appassionato di storia militare e di wargame.
2. Se dovessi partire per un viaggio e potessi
scegliere solo tre libri da portare con te,
quali sarebbero?
L’isola misteriosa di Giulio
Verne, Le chiavi del regno di Cronin e un saggio di storia militare antica.
3. C’è uno scrittore che per te è stato d’insegnamento?
Se si, perché?
E’ difficile rispondere con un
unico nome perché sono un divoratore di libri e da ognuno degli scrittori che
ho letto ho tratto spunti, sia positivi sia negativi, per “costruire” il mio
stile personale.
4. Hai sempre
coltivato una passione per la scrittura?
Sì,
mi è sempre piaciuto inventare storie e raccontarle, anche a voce, tuttavia per
molti anni le vicende della vita mi hanno tenuto lontano dalla penna.
5. “La signora che vedeva i morti” è il primo
romanzo che pubblichi? Temi il giudizio del pubblico?
Sì, è il primo. Lo “temo” in
senso teologico direi, cioè con la convinzione che il pubblico è l’unico vero
giudice di un libro, al di là di quanto possano dire gli “addetti ai lavori”.
Per quanto tu possa averci messo dentro tutta l’anima nello scriverlo, non è
scontato che piaccia o appassioni il lettore.
6. Da dove è nata l’idea di scrivere questo
libro?
Altra domanda difficile. Mi
solleticava l’idea di scrivere una storia in cui Pisa non avesse perso alla
Meloria, la protagonista fosse una tredicenne cieca con la particolarità si
vedere gli spiriti dei morti assassinati e, infine, i poliziotti fossero un
moschettiere e un mago. Scherzi a parte, le storie di fantasmi, sia scritte che
al cinema o in televisione, mi intrigano sin da quando ero bambino, per cui da
questo humus è spuntata fuori Debrena, la “Signora che vede i morti”.
7. Un po’ thriller, un po’ storico e un po’
fantasy… perché hai scelto questo affascinante mix?
Sono appassionato di gialli
storici, quindi il genere base del mio romanzo era già definito in partenza,
l’aggiunta del fantasy mi ha permesso di utilizzare gli incantesimi al posto
degli strumenti della polizia scientifica.
8. L’ambientazione e periodo storico che hai
scelto sono molto interessanti, c’è un motivo particolare per queste scelte?
Se devo essere sincero sino in
fondo, ero stufo di leggere gialli storici ambientati nel Medioevo o nell’Età
vittoriana perciò ho scelto un secolo poco conosciuto e bistrattato. Del resto
un mio “collega” di nome Alessandro ha fatto lo stesso…
9. Secondo te, quanto è difficile scrivere un
romanzo come questo restando anche fedeli alla Storia?
Se ti piace la Storia non è
particolarmente complicato anche se, ovvio, devi ben documentarti per evitare
svarioni o anacronismi. Il difficile, credo, consiste nel riuscire a
immedesimarsi il più possibile nella mentalità degli uomini del passato, nel
loro modo di porsi nei confronti della vita che è ben diverso dal nostro
nonostante emozioni, passioni, e sentimenti e, aggiungo, moventi degli omicidi
rimangano immutati nei secoli.
10. Qualche altra interessante storia sta per
uscire dalla tua penna?
Ho scritto un altro giallo
storico ambientato a Ur, in Sumeria, nel 3000 a. C. e sto cercando un editore
disposto a pubblicare un “tomo” lungo il doppio della “Signora”. Attualmente
sto lavorando, tempo permettendo ahimè, a un altro romanzo con Debrena e soci
come personaggi.
11. Domanda ormai di rito qui alla Locanda ^_^
Quale
consiglio ti sentiresti di dare agli aspiranti scrittori?
Come direbbe Leroy Jethro Gibbs
di NCIS “Non credo nelle coincidenze”, quindi:
Regola n°1: Scrivere, scrivere,
scrivere. Regola n°5: Non scoraggiarsi mai e insistere.
Marco
grazie per essere stato ospite della Locanda dei Libri, qui sarai sempre
il benvenuto!
Buona fortuna per tutti i tuoi
futuri progetti :-)
Anche io sto intervistando l'autore =) Complimenti a tutti e due per le domande e per le risposte ^^
RispondiEliminaGrazie Mirial! Devo dire che è un libro parecchio interessante... soprattutto per l'ambientazione e il periodo storico, un pò diversi dal solito no?
EliminaHo il testo ma devo ancora trovare un attimo per leggere. Sembrerebbe proprio intrigante...
RispondiEliminaUn bellisimo libro. La trama intrigante, ben scritta e una profonda conoscenza dei luoghi e della storia mi faranno prendere il prossimo libro di questo autore ad occhi chiusi.
RispondiElimina@Pierluigi: Si, è davvero intrigante! Fammi poi sapere cosa ne pensi, quando l'avrai letto ;-)
RispondiElimina@Marina: Ma tu l'hai già letto?
Saró monotona ma... Le tue interviste sono bellissime!
RispondiEliminaGrazie!!! Mi fa davvero TANTO TANTO PIACERE!!!
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