Titolo: Sognando Morgana
Autore: Antonio Derro
Editore: Genesi Editrice
Anno di pubblicazione: 2011
Pagine: 288
Formato: Brossura
Genere: NarrativaPrezzo di copertina: €18.00
TRAMA
Potrebbe essere definito “romanzo storico”, perché le sue vicende spaziano nel tempo, ma in realtà è ambientato in una Torino degli anni nostri, con qualche puntata in val Pellice. Attraverso i ricordi, le emozioni e la vita, ricca di passioni e di ideologie, del protagonista Mauro, si raccontano grandi fatti storici, come il crollo del muro di Berlino e la resistenza partigiana. L’autore del libro, Antonio Derro, sottolinea come la solitudine sia uno dei temi principali di questo libro, sviluppato attorno alla figura di Mauro, il protagonista, che si ritrova anziano e solo, senza più una moglie, senza la figlia, che tanto avrebbe voluto ma che non è mai nata, senza parenti e con pochi amici. Ma soprattutto senza più ideali da perseguire e per cui lottare, come invece fece in gioventù.
Nel libro però non troviamo solo solitudine, anche speranza. La speranza di avere degli affetti che ci circondano, di avere ancora qualcosa in cui credere fortemente e a cui dedicare la vita. Speranza come il nome della piccola bimba, Esperanza appunto, che incarna la fiducia nel futuro.
GIUDIZIO PERSONALE
RECENSIONE
Questo romanzo è
ambientato nella Torino del 1989, l’anno segnato dal crollo del muro di
Berlino.
Mauro, il
protagonista, è un anziano pittore, ma soprattutto un ex partigiano della
seconda Guerra Mondiale, quindi legato all’ideologia comunista.
Mauro si ritrova a
vivere in un mondo che inizia ad andare troppo veloce per lui… è disorientato
dal decadimento del sistema comunista e spaventato dai conflitti giovanili tra
estrema destra ed estrema sinistra, che in quei giorni agitano Torino.
Il protagonista è costantemente
accompagnato dal ricordo della moglie, Sara, defunta anni prima, un ricordo che diventa un rifugio ma a tratti è
anche un tormento; i due non sono riusciti ad avere figli, di conseguenza Mauro
è fondamentalmente un uomo solo.
Le sue giornate trascorrono
nella quotidianità, tra un giro in bicicletta per Torino, qualche ora passata
in compagnia dell’amico Stefano e un pranzo all’osteria della Tamburina.
Fino a quando un
giorno, durante una delle sue passeggiate, Mauro incontra una bambina,
Esperanza, insieme alla sorella maggiore, Morgana.
Mauro rimane
decisamente colpito da queste due figure, continuando a cercarle, vivendo in un
misto di sogno e realtà.
La piccola
Esperanza e la bella Morgana sono si due persone reali, ma rappresentano per
Mauro una sorta di allegoria: il ritorno alla speranza e la voglia di
concedersi ancora qualche sogno.
Il tema del “crollo”
è sicuramente preponderante in questo romanzo: inizialmente il fallimento dell’ideologia
fascista (in cui Mauro credeva prima di constatarne realmente l’empia natura),
poi il declino del comunismo vissuto nel presente dal protagonista.
In un mondo povero
di sicurezze, Mauro deve fare i conti con l’ultima stagione della sua vita e
non gli rimane che cercare protezione nei ricordi, che l’autore riesce a rendere
vividi grazie ad un’abile uso di flashback.
Lo stato d’animo
del protagonista disilluso, mai pago e alla ricerca di una sorta di stabilità
ideologica e morale, è più che condivisibile e, peraltro, estremamente attuale:
nel caso specifico di Mauro, si tratta di una ricerca volta a dare valore ad
una vita di importanti azioni e convinzioni, ma non è affatto lontana da ciò
che un giovane brama nel presente… certezze, vie sicure da percorrere, coerenza
e onestà da parte di coloro che hanno il potere di decidere il destino di
tutti.
Tutto questo,
vissuto in una Torino raccontata con amore da Antonio Derro: l’amore per la sua
arte, la sua storia, la sua cultura e la sua poesia.
L’autore dipinge pacatamente
questa città, attraverso i ricordi e restituendone delle immagini affascinanti,
talvolta nostalgiche: un encomio di tutto rispetto per la bella Torino, da
sempre ritenuta una signora elegante e posata.
E, dato che nello
specifico questa storia, secondo me, inizia già dalla bellissima atmosfera sospinta
dall’immagine di copertina, un plauso speciale va riconosciuto al dipinto di
Pino Pisciotta, Notturno torinese, scelto
appunto per rappresentare questo romanzo.
Un libro da leggere,
capire e interiorizzare, che lascia sicuramente un ricordo profondo.
sembra un libro bellissimo!
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