giovedì 31 maggio 2012

Recensione di "Nebbia sulla ferrovia"


Dopo Gocce d'inchiostro eccomi oggi di ritorno con la recensione di "Nebbia sulla ferrovia".

Titolo: Nebbia sulla ferrovia 
Autore: Gianluca Ellena 
Editore: Neftasia 
Anno di pubblicazione: 2012 
Formato: Brossura 
Pagine: 205 
Genere: Narrativa italiana 
Prezzo di copertina: €16.00

TRAMA

La morte accidentale di Sante Magnini, un ingegnere in pensione in cerca di funghi, rappresenta una tragica fatalità per la famiglia Magnini, avvocati da generazioni.
La caparbia nipote, giovane avvocato, vuole sapere qualcosa di più su questo zio all'apparenza misogino e solitario; così incarica uno studio di investigazioni di indagare sulla sua vita al di fuori della famiglia di cui si è saputo sempre poco.
Le ricerche vengono condotte da un investigatore - libraio avvezzo a trattare casi di mariti fedifraghi e di rampolli cocainomani; si apre uno scenario che riporta in una gelida Verona dell'inverno 1944 in piena Repubblica Sociale.

AUTORE

Gianluca Ellena è nato a Napoli nel 1968 da genitori liguri, fanese d'adozione.
Si è laureato in lingue e letterature straniere specializzandosi in storia contemporanea, la sua vera passione insieme alla boxe.
Per lavoro è stato nei Blacani, in Asia e in Medio Oriente acquisendo un vivo interesse per la cultura e la lingua araba.
Vive a Fano con la moglie e i due figli.


RECENSIONE

Sullo sfondo di questa storia vediamo una Verona alle soglie dell’inverno. Mi è piaciuta molto la descrizione che l’autore dà di questa città, nella prefazione: “Verona è una bella donna dal fascino immutabile, cambia l’abito per la cena, vive le occasioni più mondane con classe e sfrontatezza…”
Incontriamo subito Vittorio, il proprietario di una libreria piccola e legnosa ereditata dal padre, che lui ha trasformato in un negozio di libri raffinato e di nicchia.
Vittorio ha un forte interesse per la cultura araba e una passione per l’investigazione.
Il libraio-investigatore è alla ricerca della sua occasione per crearsi un nome nel mondo dell’investigazione privata, ma nel frattempo collabora con lo studio legale Magnini, occupandosi di casi poco esaltanti.
Quell’occasione arriva il giorno in cui l’anziano cavaliere Sante Magnini viene trovato morto su una collina veronese.
La morte dell’uomo, avvenuta mentre andava per funghi, non convince per nulla Matilde, nipote di Sante Magnini nonché titolare dello studio legale; così incarica Vittorio di indagare sulla faccenda e sulla vita privata dello zio, di cui hanno sempre saputo ben poco.
Dietro a quello che sembra un banale incidente si nasconde un’importante segreto, vecchio di sessanta anni.

Nonostante questo invitante inizio, devo essere giusta nel mio giudizio e devo dire che purtroppo il libro non mi è piaciuto molto.
Apprezzo l’onestà dell’autore, perché nella premessa ha scritto: “Questo romanzo non mi sento di definirlo un giallo; non c’è da scoprire l’assassino o il colpevole, piuttosto c’è da tessere una serie di vite, alcune avvolte dalla miseria, altre da un passato dimenticato che viene fuori per caso, anche se ben celato negli anni.
Verissimo, infatti non bisogna aspettarsi grande azione e nemmeno entusiasmanti indagini.
Il che potrebbe anche andare bene, non tutti i romanzi di questo genere devono essere per forza dirompenti alla “Criminal Minds” o alla “CSI”…però un pochino più di tensione, un briciolo di maggiore pathos non mi sarebbero dispiaciuti, avrebbe reso la lettura molto più accattivante.
Per una buona metà del libro le indagini svolte da Vittorio sono del tutto improduttive. Lui non fa altro che ripetere e ripetersi che l’ipotesi della morte di Sante Magnini non è convincente, perché non aveva l'abitudine di andare per funghi e non era nemmeno vestito nel modo adeguato: scarpe e abiti troppo belli e costosi per una scampagnata in collina.
Bene, appurato questo, però Vittorio fa ben poco per saperne di più.
E poi c’è la signora Rosina, la domestica di tutta una vita del cavaliere Magnini, e forse anche qualcosa di più di una domestica…ecco, questo personaggio l’avevo trovato molto buono, perché la Rosina era la principale beneficiaria del testamento del defunto. Un personaggio che poteva essere sfruttato in molti modi, invece poche righe le vengono dedicate e poi viene del tutto abbandonata.
Altro personaggio che l’autore ad un certo punto accantona è Sarita, fedele collaboratrice della libreria di Vittorio, anche lei “ereditata con tutti i volumi”.
Sarita lascerà il suo posto in libreria all’infaticabile nipote, Afra, e tenterà il suicidio. Quando Vittorio viene a conoscenza dell’accaduto, si reca in ospedale con Afra, ma non accenna nemmeno ad un lieve turbamento per il disperato gesto di Sarita, alla quale in teoria dovrebbe essere affezionato. Il “capitolo Sarita” finisce qui…di lei non si saprà più nulla e, nonostante Vittorio veda tutti i giorni Afra, non una volta le domanda come sta sua zia. Questo aspetto mi ha molto infastidita, devo dire la verità:  vi ho trovato davvero poco respiro umano.
Del libro mi sono piaciute le descrizioni della bella Verona, avvolta nel suo manto di nebbia invernale.
Durante la lettura si nota la passione dell’autore per l’aspetto eno-gastronimico veneto, perché porta a pranzare o cenare i suoi personaggi sempre in rustici locali di Verona, descrivendo piatti tipici e accompagnando il tutto con ottimi vini di prima qualità.
L’ho trovato un buon modo per caratterizzare la storia, peccato che poi la sostanza sia troppo tiepida.
Un romanzo che mi ha dato poca soddisfazione purtroppo.

5 commenti:

  1. Interessante... Bella Comunque la cover...

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  2. E' vero, è molto carina...è un disegno di un giovane artista ferrarese: Aurelio Borgacci.

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  3. Che bello un mio concittadino. Anche a me incuriosisce molto la copertina del libro, in genere è da quella che scelgo le mie letture.
    Adoro da sempre il genere giallo. Mi diverte sempre scoprire l'assassino o il presunto colpevole.
    Ecco perché da diversi settimane, mi sto appassionando a un giochino carino e divertente promosso dal gruppo assicurazione Groupama.
    Basta collegarsi al sito http://www.misfattoincasafelice.it , iscriversi e seguire per sei settimane una mini fiction, il cui protagonista Felice, è impegnato nello svelare un misfatto.
    Il contest è già iniziato da varie settimane ma potete tranquillamente recuperare le giocate precedenti.
    In palio tre bellissimi divani Doimo.
    Buon divertimento allora.

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  4. Sono originario di Verona e ho letto Nebbia sulla ferrovia quasi per caso. Hai ragione sul fatto che c'è poco respiro umano e che la trama viene a volte abbandonata. Devo dire però che la storia va oltre il banale, parla della deportazione degli ebrei di Verona e affronta un periodo storico secondo me troppo dimenticato. L'autore mi sembra di capire che è un esordiente, chissà se nei suoi prossimi scritti l'esperienza lo aiuterà a comporre meglio la trama o le trame. Leggo abbastanza e ti dirò che a volte rimango deluso dagli autori da un milione di copie, questo romanzo in fondo è di un esordiente.... forse sei stata troppo severa. In ogni caso complimenti per il blog!

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    Risposte
    1. Ciao Raffaele e grazie per i complimenti!
      Verona mi piace tantissimo, ci sono stata più volte ed è una delle mie città preferite... ha davvero un grandissimo fascino :-)
      Sono assolutamente d'accordo con te, non necessariamente un autore da best seller è un buon autore e io pongo tantissima fiducia negli esordienti; non a caso sono molto felice di dare loro spazio nel mio blog quando me lo chiedono.
      Infatti grazie a questo blog sono venuta in contatto con tanti esordienti e ho potuto conoscere così dei libri che magari non avrei mai avuto modo di leggere.
      Io ho apprezzato l'intento di Gianluca Ellena di trattare un tema così importante nel suo libro e proprio perché ho già letto diversi romanzi sulla deportazione, la guerra e i partigiani, ho trovato che lui non sia riuscito a svilupparlo adeguatamente.
      Da come l'ho percepito io, mi è sembrato che lui abbia voluto dare spazio sia alla Storia con la S maiuscola (lodevole!), sia all'intreccio intrinseco del romanzo... ma riuscendo sommariamente in entrambe le cose.
      Aggiungendo poi quello che ho espresso nella recensione, ovvero che i personaggi non mi sono particolarmente piaciuti.
      Non mi ritengo in grado di dare lezioni a nessuno, esprimo solo il mio parere di lettrice appassionata ^_^ ma spero che nel mio piccolo il mio giudizio possa dare frutti positivi!
      Raffaele grazie per aver commentato la mia recensione, spero che tornerai alla Locanda e che avremo modo di confrontarci su altri libri :-)

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