Amici lettori oggi per questa nuova puntata di "Incontro con l'autrice" facciamo quattro chiacchiere con Alessandra Paoloni, autrice di "La Stirpe di Agortos (Prima Generazione)".
Cliccando QUI troverete tutti i dettagli sul romanzo!
1) Ciao Alessandra e benvenuta alla Locanda dei Libri ! Vuoi presentarti, per chi ancora non ti conosce?
Innanzitutto volevo ringraziarti
per la gentile ospitalità e per la possibilità che mi concedi per parlarvi un
po' di me. Mi piacerebbe definirmi una
scrittrice a tutti gli effetti ma questo purtroppo ancora non è possibile. Ho
pubblicato fino ad ora quattro libri con piccole case editrici, ma la strada è
ancora lunga da percorrere e sono appena all'inizio. Ma non demordo, sebbene
sia una ragazza all'apparenza timida e insicura, quando mi prefisso un
obiettivo non c'è ostacolo che possa fermarmi.
2) Che cosa ti ha portata
sulla strada della scrittura?
Scrivo da quando sono
una bambina. So che può apparire questa come una frase fatta ma le cose sono
andate esattamente così. Ho avvertito fin da subito, cioè fin da quando ho
aperto e letto il mio primo libro, il bisogno di mettere su carta tutto ciò che
la mia fervida fantasia e la mia immaginazione producevano.
All'inizio lo
facevo per gioco, poi all'età di vent'anni mi sono decisa a “fare sul serio”,
ovvero a inviare i primi racconti e le prime poesie a giornali e riviste
locali. Non è stato facile perché in quel modo sapevo che mi sarei esposta, ma
sentivo il bisogno di condividere questa mia passione con gli altri. E la
scrittura è diventata quindi il mezzo più efficace con il quale mi metto in
comunicazione col mondo.
3) È vero che hai esordito come scrittrice di
poesie? Ci parli di questa esperienza?
Si, nel 2008 è uscito il mio primo libro, la
raccolta di poesie-monologhi “Brevi monologhi in una sala da ballo di fine
Ottocento - i Morti”, ispirata
all'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master. Sono molto affezionata a
quella mia piccola operetta (che ora si può scaricare dal sito lulu.com) in
quanto molti dei personaggi rappresentati hanno qualcosa del mio carattere.
Parlo di personaggi perché ogni poesia ha come titolo il nome dei protagonisti
di questo mini romanzo in versi. Infatti il lettore che decide di affrontare
quella lettura si ritrova di fronte non versi sparpagliati e autonomi ma
poesie- monologhi concatenati che costituiscono alla fine un racconto. E' stata
una bella sfida sia dal punto di vista stilistico che dal punto di vista
personale. Con quella raccolta mi sono messa a nudo molto di più che con i
successivi romanzi in prosa.
4) C'è un luogo particolare in cui preferisci scrivere, che
ti ispira maggiormente?
In genere scrivo al mio pc nella mia cameretta e cerco di
ricreare attorno a me un ambiente silenzioso. Non riesco per esempio a scrivere
con la musica in sottofondo. Mi distrae. Quando scrivo ho bisogno di pace e
tranquillità, ho bisogno di ritrovarmi da sola coi miei pensieri e la mia
immaginazione.
Non nego però il desiderio di avere una stanza che si affacci
magari sull'aperta campagna. Sarebbe magnifico scrivere e ogni tanto fissare
fuori la finestra quella Natura che tanto amo descrivere nei romanzi fantasy
delle generazioni.
5) Qual è il tuo libro preferito in assoluto?
Indubbiamente "Cime tempestose". L'ho amato fin
dalle prime pagine e l'ho riletto e riletto più volte (e lo farò ancora). E'
uno dei pochi libri che mi ha fatto ammettere alla fine “quest'opera avrei
voluta scriverla io”. Se amo le atmosfere goticheggianti, i personaggi
tormentati, gli scenari naturali e a volte cupi, lo devo tutto alla Bronte. 6) Che cosa rappresenta il Fantasy per te?
Il fantasy non è affatto un genere per bambini, anzi.
Conosco persone che la pensano in questo modo ma ogni volta io rispondo loro
che dietro un'opera fantasy ci sono messaggi che a volte è arduo cogliere.
Attraverso questo genere, col quale davvero puoi spaziare con la fantasia e
dove tutto (o quasi) è possibile, si possono ricreare mondi utopistici,
lanciare messaggi di ogni genere e trattare svariati tipi di argomenti.
Un'opera fantasy non resta mai fine a se stessa, c'è sempre qualcosa nascosto
tra le righe che il lettore dovrebbe cogliere.
7) Se potessi essere una creatura del mondo Fantasy, chi o
che cosa saresti?
Posso peccare di presunzione e dire che vorrei essere la
Natura?
Natura intesa come spirito dei boschi che governa (non nel senso che
amministra ma che guida) le stagioni e le manifestazioni atmosferiche?
Abbraccerei così tutto il mondo fantastico e lo preserverei dalla minaccia
dell'uomo.
8) Come nasce "La Stirpe di Agortos"?
La
Stirpe di Agortos ha una genesi e uno sviluppo molto tormentato e variegato.
Nasce moltissimi anni fa, la figura di Agortos è nata quando andavo ancora al
liceo. Volevo dare alla luce un fantasy che non rientrasse nei soliti canoni di
“lotta bene contro male” o “stregoni cattivi contro stregoni buoni”.
L'intenzione era quella di creare un mondo fantastico e parlare della Natura e
dell'universo magico che circonda i protagonisti. I protagonisti infatti sono
umani, ma a differenza degli altri personaggi del libro s'impegnano a studiare
il mondo mistico che li circonda.
9) A giudicare dalla trama sembra che il tema di un potere femminile sia importante... infatti abbiamo due eroine protagoniste: Anika e Airen.
Come mai questa scelta tutta al femminile? Ce le puoi descrivere?
Anika e Airen sono le figlie di Agortos. Agortos
stipulò il patto con la Natura e a loro due spetta il compito di rispettarlo e
fare in modo che le generazioni future facciano lo stesso. Airen e Anika in
realtà rappresentano me stessa, due lati del mio carattere che ho scisso e che
ho riversato su di loro. Anika è la sorella minore che è rimasta per tutta la
sua vita a contatto con la natura mistica descritta da suo padre, non esita
quando si tratta di continuare i suoi studi e entra in contatto con la parte
magica del mondo senza alcuna paura. Airen invece è cresciuta a castello, in un
ambiente totalmente diverso, ed è colta da infiniti dubbi su quanto faceva suo
padre e su quanto fa sua sorella. Anche se alla fine accetterà il suo destino.
Questi due personaggi sono l'uno l'antitesi dell'altro, rappresentano le due
facce della stessa medaglia e si completano a vicenda quasi come se fossero una
sola essenza, una sola persona. Ci si può rispecchiare nell'una come
nell'altra, come anche in entrambe.
10) E’ il primo libro di una saga Fantasy giusto? Da
quanti libri sarà composta questa saga?
Quando iniziai a scriverla tempo fa volevo
portare a termine ben nove libri. Ma l'impresa sarebbe stata titanica. Così li
ho ridotti a quattro. Ma non mi dispiacerebbe in futuro scrivere un paio di
opere anche su Agortos e su come arrivò a stipulare quel patto. Il personaggio
di Agortos è appena accennato nei libri delle generazioni, non perché sia meno
importante anzi. Ma perché avrà uno spazio tutto suo. A volte mi trovo a
pensare che farò come George Lucas per Guerre Stellari: iniziare dalla fine per
tornare all'inizio.
11) Che emozioni provi pensando al tuo romanzo?
Provo nostalgia soprattutto. Perché anche io
vorrei vivere a volte in un mondo fantastico e incontaminato come quello di
Airen e Anika. E provo una singolare familiarità con Agortos. Per citare di
nuovo la mia amata Bronte: Catherine disse “ Io sono Heathcliff”. Io oserei
dire: “Io sono Agortos”12) Ci elenchi tra motivi per cui il pubblico dovrebbe leggere "La Stirpe di Agortos"?
Perché è un romanzo
fuori dagli schemi. Non troverete battaglie epiche, cavalieri erranti senza
macchia e senza paura, ma il lettore potrà facilmente riconoscersi in uno dei
personaggi che sono estremamente umani e quindi ricchi di pregi e difetti come
tutti noi. Poi la terra dell'Egucron è una terra ospitale, dove la Natura
domina ancora sull'uomo e il fantastico si nasconde dietro ogni angolo. E infine consiglierei il mio libro perché
donerei al lettore una parte di me che altrimenti non racconterei mai.
13) Lo
chiedo a tutti gli autori che ho il piacere di intervistare… vorresti dare un
consiglio agli aspiranti scrittori?
Risponderei di non mollare, di avere fiducia, di
combattere per i propri sogni ecc ecc... ma arrivata alla mia quarta
pubblicazione suggerisco anche e
soprattutto di restare umili e avere la testa sulle spalle.
Purtroppo non tutti
hanno la fortuna di sfondare e di pubblicare con le grandi (premetto che io non
c'ho neanche provato). Quello che consiglio è di trovare un editore anche
piccolo ma che creda in quello che gli si propone.
Oggi internet offre
tantissime possibilità per farsi conoscere, è cambiato il modo di approcciarsi
alla lettura. Si pensi a tutti i lettori che preferiscono l'ebook anziché il cartaceo.
Suggerisco allora di ritagliarsi uno spazietto nel sottobosco letterario e di
farsi conoscere strada facendo.
La scrittura è una passione e un bisogno, se si
forza la mano, se si aspira solo ad avere successo e fare soldi consiglio di
lasciar perdere subito.
Anche io vorrei raggiungere ogni persona nel mondo con
le mie opere, non lo nego. Ma questo avverrà in seguito: se si ha fortuna e si
crede in quello che si fa i lettori (e magari anche le grandi case editrici) ci
apprezzeranno lo stesso.
Quindi molta umiltà, tanta passione e il desiderio di
migliorarsi sempre.
Alessandra grazie per essere stata con noi e per aver
partecipato a questa bella intervista!
In bocca al lupo per tutto!
Grazie a voi e crepi il lupo! Spero di tornare
ospite nel tuo blog più in là a parlarvi di un'altra mia opera.
Gli incontri con gli autori sono sempre belli da leggere!
RispondiEliminaNe sono felice! E ti ringrazio per la tua frequenza nel leggerli e nel commentare, mi fa molto piacere :-)
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