Cari miei lettori, questa è una recensione de "La chimera" di Sebastiano Vassalli, che scrissi un po' di anni fa, quando andavo al liceo.
Oggi l'ho un po' rivista, accorciata e adattata per condividerla con voi! Buona lettura :-)
Titolo: La chimera
RECENSIONE
Autore: Sebastiano Vassalli
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2005
Formato: Brossura
Pagine: 308
Genere: Letteratura italiana
RECENSIONE
La Chimera è un romanzo storico-sociale in quanto l’autore ci fornisce
precisi riferimenti storici, come date, nomi ed eventi che hanno caratterizzato
l’Italia del Seicento.
La storia di
Antonia inizia il 17 gennaio 1590, quando viene abbandonata ancora in fasce sul
torno della Pia Casa di San Michele, a Novara, e viene accolta dalle monache.
Antonia è molto
bella per la sua età, forse troppo bella, poiché nessuno si attenta ad
adottarla, preferendo le ragazze gobbe e storpie che allontanano i maschi e,
con loro, i rischi di gravidanze. All’età di dieci anni però Antonia viene
adottata da una coppia di contadini della Bassa Valsesia e si trasferisce con
loro a Zardino, un piccolo borgo nelle campagne novaresi. Qui inizia un periodo
positivo per la ragazza, la vita pare trascorrere felice tra le consuetudini
contadine; ma i guai non tardano ad arrivare quando in paese fa la sua entrata
il nuovo parroco: Don Teresio.
Don Teresio
pretende decime, offerte, e riesce ad abbindolare i contadini ignoranti.
Iniziano i guai per Antonia quando osa e critica i nuovi metodi del parroco,
guadagnandosi una bella scomunica. Da quel momento in paese cominciano a
diffondersi strane dicerie sulla ragazza: è così bella e non ha ancora il
fidanzato, forse è lei la causa di tutte le sventure del paese, come le
misteriose morti di animali, l’afasia che colpisce i bambini, le scarse
precipitazioni…
Cresce così più
solida che mai l’opinione pubblica secondo cui Antonia non è altro che una
strega. Di certo non gioca a suo favore il fatto di essere vista allontanarsi
furtivamente di notte, per incontrare di nascosto con il suo amante.
La faccenda finisce
direttamente nella mani del Tribunale dell’Inquisizione di Novara, dove inizia
il processo alla “strega di Zardino”.
Dopo esser
incarcerata con l’accusa di stregoneria, Antonia resta in carcere un paio di
mesi, durante i quali non le vengono risparmiati abusi e atroci torture. La
sentenza viene infine emanata: condanna a morte sul rogo il 20 agosto dell’anno
del Signore 1610. Antonia va in contro alla sua morte determinata a non
piegarsi alle pressioni e alle violenze subite dai suoi inquisitori e dai suoi
carcerieri. Quando la prima fiamma del rogo si innalza, si sentono già i primi
applausi e urli di gioia dei presenti: celebrazione di un macabro trionfo.
Così si dissolve
Antonia, silenziosa come è sempre vissuta.
Il titolo di questo
romanzo svela in parte il significato più profondo della storia. La chimera può
essere interpretata come una giovane ragazza che, in nome di estremi ideali
religiosi, si trasforma nella mitologica Chimera che sputa fuoco, con testa di
leone, corpo di capra, e coda di serpente, capro espiatorio di una società
ignorante, spaventata e influenzabile.
Ma la chimera è
anche un sogno, una fantasticheria, un’utopia. Ogni personaggio del racconto ha
infatti una sua chimera: Antonia sogna di sposare l’uomo che ama, i suoi
genitori sognano per la figlia un avvenire sereno e tentano di salvarla
dall’accusa di stregoneria, Don Teresio sogna di avere dei parrocchiani fedeli
e puntuali nel pagamento delle decime.
Altro tema messo in
luce dal romanzo è la pazzia collettiva di un popolo sadico, schiavo della sua
bestiale ignoranza. Nel romanzo i contadini della bassa vengono contraddistinti
dall’ignoranza, dalla quale nasce la loro natura facilmente influenzabile da
chiunque si mostri più forte di loro: la superstizione ne condiziona il modo di
pensare e di agire. Ogni loro pensiero e azione sono il frutto della paura di
essere giudicati immorali o addirittura di essere allontanati dalla comunità.
Questo è un
capitolo amaro della Storia, quando il fenomeno della cosiddetta “caccia alle
streghe” assume proporzioni notevoli, diventando uno dei simboli del fanatismo
religioso e dell’intolleranza culturale.
L’antifemminismo
religioso impone di fuggire la donna “arma del demonio, causa prima della
nostra perdizione”. Sono tollerate la moglie che assicura la progenie, la madre
che alleva i figli, la tessitrice operosa, la contadina instancabile, la
vecchia fidata e silenziosa, la suora murata nella sua clausura… ma tutte le
altre sono sospette, in particolare le giovani belle che suscitano odio e
desideri.
Di certo mai avrei voluto
essere donna in quel periodo! La Chimera
infatti è un romanzo che ti porta nel passato e ti fa vivere le paure di essere
una donna di quel tempo; donne che non solo erano subordinate all’uomo e non possedevano
alcun diritto sociale, ma potevano essere tranquillamente violentate, torturate
e bruciate sul rogo perché la donna “per sua stessa natura” era incline alla
comunione con il demonio.
Questo è un romanzo
che tratta dei temi importantissimi, problematiche che purtroppo dal Seicento
ad oggi non si sono sicuramente estinte, ma fanno capolino in maniera più
mitigata nella nostra società.
Il libro mette in
risalto un’epoca fatta di santi e di peccatori. Si può essere sicuri che oggi
questa distinzione non esista più? Ma soprattutto: dov’è il confine e chi lo
stabilisce?
Due parole sullo
stile di Vassalli… se le merita tutte! La sua scrittura è raffinata e descrive
i paesaggi con grande cura.
I personaggi sono
presentati in maniera accuratissima. L’autore ci fa scoprire i loro punti
deboli, ci fa capire la loro visione del mondo a seconda della posizione che
rivestono nella società. Egli non espone alcuna critica alle loro vedute,
lascia al lettore la possibilità di decidere se condividere i loro punti di
vista oppure no, senza influenzarlo. Soltanto alla fine Vassalli, in una decina
di righe, lascia trasparire un suo pensiero, che poi risulta essere il filo
conduttore dell’intero romanzo.
Tuttavia il ritmo è
lento, un po’ prolisso…troppo dispersivo su alcuni punti, correndo il rischio
di risultare pesante.
Espressioni
dialettali e parole latine fanno da corredo a questo romanzo, ma se da una
parte sicuramente lo arricchiscono, dall’altra rendono la lettura poco
scorrevole.
Ad una prima
analisi ho pensato che l’autore avesse commesso lo sbaglio di tralasciare la
centralità del personaggio di Antonia, alla quale non viene dato tanto spazio
se non alla fine del romanzo. Infatti, nonostante sia la protagonista, la sua
presenza è poco sentita.
Poi ho capito che
Vassalli, più che narrare la singola storia di Antonia, ha voluto raccontare un’intera
società. Ho concluso perciò che la vera protagonista del libro è la società
dell’epoca; Antonia non è altro che il nervo scoperto, lei è il capro
espiatorio, ciò che le succede è il tragico epilogo portato dalla mentalità di
un popolo ottuso e irrazionale, schiacciato dalle paure e dalle regole imposte
dalla superstizione.
Trovo però che il
romanzo manchi di respiro umano. Vassalli, con l’intento di far risaltare la
corruzione e la malvagità, ha tralasciato il fatto di farci conoscere anche i
sentimenti più profondi di Antonia: la paura, il dolore, l’amore…
Nel complesso è
un’opera molto ricca, i suoi contenuti suscitano interesse e spinge alla riflessione
personale su temi di grande importanza.
complimenti per la recensione!!!sembra molto interessante, ci farò un pensierino!!
RispondiEliminaGrazie Mary! Grazie per averla letta :-)
EliminaAdoro questo libro! Complimenti per la recensione accurata ed intensa. Spero non ti dispiaccia se ti ho nominata nella lista dei blog che mi piacciono: http://lazatteradellarteterapia.wordpress.com/2013/02/09/11-cose-tra-me-e-cio-che-ce/
EliminaBuona giornata, Michela
Bellissima recensione! :)
RispondiEliminaLessi la chimera due anni fa, in quarta superiore, ed è un libro che sa come prosciugare dal punto di vista sia fisico che mentale. Non solo per lo stile dello scrittore, che per quanto sia particolare può rappresentare un punto a suo sfavore, ma anche per l'intensità del tema che tratta nel corso della storia.
Nonostante fosse stato un compito di scuola leggerlo, sono felice che il mio prof. di italiano avesse consigliato questa lettura.
Sono d'accordo con te al 100% Tiziana!
EliminaLo stile di scrittura non aiuta, è vero, però è una lettura importante da fare secondo me... anche io sono grata alla mia prof di letteratura, mi ha fatto leggere molti libri che ricordo con piacere.
Il tema trattato mi spinge a pensare che dovrei leggere questo libro ma la tua riflessione sullo stile dell'autore mi lascia un pò titubante, in questo periodo non sono in vena di libri "pesanti" e poco scorrevoli ma "La chimera" non mi sembra un libro da scartare. Mi appunto il titolo per un periodo più adatto! ;)
RispondiEliminaSi Sara, sicuramente non è un libro leggero e se non sei nel periodo giusto per dedicarti a libri impegnativi non te lo consiglio in questo momento, finiresti forse per non apprezzarlo o dargli il giusto peso...
EliminaPerò è un romanzo importante, da leggere prima o poi ^_^
Io l'ho letto e non lo consiglio,la scrittura e lenta e a parer mio molto simile a quella di manzoni anche se in peggio,la trama è abbastanza buona ma il libro sembra esclusivamente fatto a scopo di lucro,i capitoli che parlano della storia in se sono la metà e la suspense e eliminata fin da subito
RispondiEliminaScusate per eventuali errori di grammatica non so ancora usare bene la tastiera del nuovo cellulare
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