Buondì cari lettori! Anche questa settimana alla Locanda è venuta a trovarci una scrittrice, quindi sono lieta di dare il benvenuto a Mariangela Cerrino per una nuova puntata di "Incontro con l'autrice"!
Passo a presentarla...
BIOGRAFIA
Mariangela Cerrino è nata a Torino. Attualmente si
occupa di storia, cultura, musica e tradizioni dell’area celtica, occitana e
francoprovenzale legate alla sua terra d’origine (Valle di Susa, Savoia e
Delfinato), oltreché di antiche culture, religioni e mitologie.
Inizia giovanissima lo studio della storia americana
presso il Centro di Studi Americani di Torino ed esordisce come autrice a
diciassette anni, con la Casa Editrice Sonzogno di Milano, per la quale pubblica,
con lo pseudonimo di May I. Cherry, una lunga serie di romanzi d'ambientazione storico-western.
Si avvicina alla fantascienza e alla fantasy all'inizio
degli anni '80.
Nel 1989 pubblica il suo romanzo di fantascienza più
importante, L'ultima terra oscura (Casa
editrice Nord), che si aggiudica il Premio Italia dell'anno.
Nel 1990 ritorna tuttavia ad occuparsi della ricerca
storica, unendola alla sua da sempre esistente passione per l'archeologia:
nasce così la Trilogia degli Etruschi
per Longanesi: I cieli dimenticati (1992),
La via degli dei (1993), La porta sulla notte (1995). Il primo e
il terzo volume si aggiudicano nuovamente il Premio Italia.
Nel febbraio 1999 vede la luce, sempre per Longanesi, il Ciclo dell'Anno Mille, un ciclo composto
di quattro romanzi ambientati nel Piemonte e nella Francia dell'Anno Mille, a
sfondo storico, dove si amalgamano vari generi: avventura, intrigo e una vena
di fantastico. Il Segno del Drago
(1999) e Il Segreto dell’Alchimista
(2000), sono i primi due volumi editi da Longanesi.
Ad aprile 2010 Susalibri Editrice propone la versione
completa del Ciclo dell'Anno Mille con tutti e quattro i volumi: Il Segno del Drago, Il Segreto dell’Alchimista, Il Custode dell’Arcobaleno e Il Calice Spezzato.
E' del giugno 2008 la trilogia intitolata Lisidranda (L'Albero della Mondo, Le
Terre dell'Anima, La Coppa della Vita),
pubblicato da Armenia in un unico volume di circa ottocento pagine.
Ad aprile 2010 viene pubblicato da Alacràn Edizioni il
romanzo Il Margine dell’Alba, romanzo
storico ambientato nel XVI secolo e incentrato sulle lotte di religione in
Europa.
Il suo ultimo libro, uscito nelle librerie il 31 ottobre per
Rizzoli, è un romanzo storico intitolato Absedium,
che tratta della guerra di Gallia dal punto di vista dei Galli e del loro
condottiero Vercingetorige.
Informazioni tratte dal suo sito web ufficiale:
www.mariangelacerrino.it
TRAMA
In libreria dal 31 ottobre!
La battaglia di
Vercingetorige.
L’uomo che da solo
si oppose
alla conquista di
Cesare.
Titolo: Absedium
Autrice: Mariangela Cerrino
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2012
Formato: Rilegato
Pagine: 416
Pagine: 416
Genere: Narrativa di ambientazione storica
Prezzo di copertina: €8.80
Prezzo di copertina: €8.80
TRAMA
Ceidrac
è un giovane bardo del popolo dei Caturigi.
La sua gente vive a ridosso dei passi montani delle Alpi, e da quei passi si sta riversando in Gallia un'orda di uomini che razziano, violentano, uccidono e bruciano: i Romani. L'uomo alla testa dell'invasione non conosce regole né onore, né altro fine che accrescere la propria ricchezza, pagare i propri debiti e acquisire potere a Roma.
E il nome di quell'uomo è Cesare.
Ma in un giorno d'inverno a impedire il saccheggio del luogo sacro agli dèi celti, nel cuore dei boschi dei Caturigi, si fa avanti un giovane guerriero. E' del popolo degli Arverni, e il suo nome è Cingeto. Lui riuscirà in ciò che non è mai riuscito a nessuno prima di lui: unire i popoli della Gallia. La storia di una coraggiosa e sanguinosa resistenza e di una lunga guerra lo consegnerà a noi con il nome di Vercingetorige, Il Grande Re dei Guerrieri. E Ceidrac il bardo farà in modo che quel nome non sia più dimenticato.
La sua gente vive a ridosso dei passi montani delle Alpi, e da quei passi si sta riversando in Gallia un'orda di uomini che razziano, violentano, uccidono e bruciano: i Romani. L'uomo alla testa dell'invasione non conosce regole né onore, né altro fine che accrescere la propria ricchezza, pagare i propri debiti e acquisire potere a Roma.
E il nome di quell'uomo è Cesare.
Ma in un giorno d'inverno a impedire il saccheggio del luogo sacro agli dèi celti, nel cuore dei boschi dei Caturigi, si fa avanti un giovane guerriero. E' del popolo degli Arverni, e il suo nome è Cingeto. Lui riuscirà in ciò che non è mai riuscito a nessuno prima di lui: unire i popoli della Gallia. La storia di una coraggiosa e sanguinosa resistenza e di una lunga guerra lo consegnerà a noi con il nome di Vercingetorige, Il Grande Re dei Guerrieri. E Ceidrac il bardo farà in modo che quel nome non sia più dimenticato.
...dalla quarta di copertina:
Trenta giorni. È il tempo che
rimane a Vercingetorige e ai suoi uomini per affrontare la vendetta di Giulio
Cesare. Poi non ci sarà più cibo né acqua nella città assediata dalla furia
romana, e il sogno di una Gallia libera morirebbe per sempre con i guerrieri
ribelli. Alesia è l’ultimo avamposto della sanguinosa rivolta che ha decimato
le legioni romane e messo a dura prova la sete di conquista di Cesare. Per
questo adesso i più valorosi capitribù gallici che difendono la città pregano
solo che i rinforzi arrivino al più presto. È stato il bardo Ceidrac a radunare
da ogni angolo della Gallia l'esercito in marcia verso la roccaforte. Con loro
ha cavalcato Nesia, la veggente sacra agli dèi e sposa di Vercingetorige: anche
lei vuole combattere, perché il figlio che porta in grembo possa nascere da
uomo libero. E ora, sotto le mura di Alesia, mentre il vento porta con sé le
potenti parole di Ceidrac, gli uomini di Gallia sono pronti a lottare fino
alla morte insieme al proprio capo, il “grandissimo re dei guerrieri” che ha
osato sfidare l’invincibile Cesare.
L'’eroica impresa di un grande
ribelle della Storia rivive in questo romanzo epico, che trasporta il lettore
nel cuore di una delle più aspre battaglie mai combattute.
“Un ribelle, un grande guerriero.
L’eroe di un romanzo
che non dimenticherete.”
1) Cara Mariangela
è un onore per me averti ospite qui alla Locanda
dei Libri! Ti andrebbe di presentarti ai lettori?
Ho
sempre amato la Parola, e le visioni che le parole possono creare; fin da
bambina molto piccola, e per merito della mia mamma, che con le parole sapeva
creare intorno a me un mondo fantastico e semplice in tempi in cui questa
parola era sconosciuta ai più. Tempi in cui esistevano soltanto i libri. Per
merito dei miei genitori ho cominciato a leggere a cinque anni, e da allora non
mi sono mai fermata.
Così
ho conosciuto migliaia di mondi e vissuto migliaia di vite.
E poi
ho cominciato a scrivere di mondi e di vite. E continuerò a farlo.
2) Tu hai esordito
come scrittrice quando eri giovanissima e sotto lo pseudonimo di May I. Cherry giusto? Data la tua
giovane età, incontrasti delle difficoltà? Come mai la scelta dello pseudonimo?
A
quel tempo (il mio primo romanzo è stato pubblicato nel marzo del 1966 e io
avrei compiuto diciotto anni soltanto nel dicembre successivo) era impensabile
per un grande editore come Sonzogno proporre un romanzo di quel genere
con un nome italiano. Era una questione di mercato. Lo pseudonimo, tuttavia, io
l'avevo scelto già nel momento in cui, a circa dodici anni, avevo deciso che
"avrei fatto" la scrittrice.
In
quanto a difficoltà, ripensandoci ora mi rendo conto di non averne incontrate
con i miei lavori come May I.Cherry. Ho semplicemente mandato all'editore il
dattiloscritto (era il 1966!) e dopo un paio di mesi è stato accettato. Sul
contratto ci sarebbe stata, ovviamente, anche la firma di mio padre. La
collaborazione è andata avanti per più di dieci anni. Ripensandoci ora, sembra
davvero di parlare di "un altro mondo".
3) Storia,
fantascienza e fantasy sono sempre stati i tuoi generi preferiti? Perché?
In
realtà è sempre e soltanto la storia dell'uomo, del suo bisogno di andare oltre
l'ultima collina e oltre l'orizzonte. La sua necessità di scoprire e scoprirsi.
E di impedire il perdersi della memoria.
4) Quanto tempo
dedichi alla scrittura e allo studio durante il giorno?
Anche
sei o sette ore al giorno. Comunque quando si è in fase creativa non si lascia
mai davvero la storia che si sta scrivendo, pur facendo altro. E' così che si
impara a "vivere" in bilico tra i mondi.
5) Tu
hai scritto e pubblicato tantissimi libri, anche delle saghe complete. Per te
qual è il libro o la saga più importante che hai scritto, che ti è rimasto nel
cuore, e perché?
Il
ciclo degli Etruschi mi ha dato molte soddisfazioni, anche in Germania e
Spagna, e mi ha aiutata in un periodo non proprio facile della mia vita; poi il
ciclo dell'Anno Mille e ultimamente Il Margine dell'alba, un romanzo che mi ha
coinvolta moltissimo.
Non
dimentico Lisidranda, che è la storia della Terra della precedente Ruota del
Tempo, rovinata dalla violenza e dalla cupidigia degli esseri umani che l'hanno
resa sterile, assetata e devastata. Ma sono giunti all'ultimo gradino dell'Età
del Ferro, e la ruota del tempo sta per compiere il suo giro: o rinascita, o
distruzione. Una tema piuttosto attuale, direi, e profondamente ecologista,
rispecchiando i miei convincimenti
Ma
ogni romanzo, per un motivo o per l'altro, è sempre "caro" agli occhi
di un autore, se è stato scritto mettendoci l'anima.
E poi
ci sono i personaggi, quelli che proprio non vogliono saperne di staccarsi e
andare per la propria strada:
Elijah
McGowen (ben quattro volumi, negli storici della frontiera);
Larth/Tarxne
degli Etruschi
Phails
di L'Ultima Terra Oscura (Premio Italia 1990)
Illait
di Isley dell'Anno Mille (quattro volumi)
Etienne
de Villard di Il Margine dell'alba
6) Da grande
studiosa di storia quale sei, qual è la cultura o la civiltà che esercita un
fascino maggiore su di te?
Ogni
cultura e civiltà mi affascina; di certo quella che sento mia e che mi
appartiene è quella celtica.
7) Se potessi
essere per un giorno un personaggio storico famoso, chi vorresti essere?
Bella
domanda. In effetti, non ho mai pensato di poter essere qualcuno. Vorrei essere
un'ombra, un osservatore invisibile capace di rovistare in ogni piega del Tempo
e in ogni Luogo; questo sì, davvero mi affascina come pensiero. Considerando
anche che quando scrivo di personaggi realmente esistiti io sono ciascuno di loro. Quindi...
8) Domanda un po’
cattivella… se dovessi scegliere tra Storia e Fantasy, chi avrebbe la meglio?
Senza
alcun dubbio la Storia!
9) Ora
parliamo un po’ del tuo ultimo libro: “Absedium”. Di cosa si tratta?
E' un
romanzo molto intenso e narra, servendosi della figura di un giovane bardo,
Ceidrac, della resistenza del popolo di
Gallia all'invasione dei Romani e della guerra che ha sconvolto e devastato per
lunghi anni l'intero paese con ferocia.
E' naturalmente
la storia di Cingeto, principe degli Arverni, che sarà conosciuto con il nome
di Vercingetorige (Il Grande Re dei Guerrieri), del suo amore per la bella
Nesia e della sua lotta per unire tutte le tribù contro il solo nemico.
Un'unione, per le fiere tribù in cui era divisa la nazione gallica, impensabile
prima di lui. Ma è anche la storia di molti altri personaggi, primo tra tutti
proprio Ceidrac, e della fiera Adiega, figlia di Orgetorige degli Elvezi. Ed è
la storia di un territorio, e di una nazione,
che non vuole soccombere alla prepotenza degli stranieri venuti dal sud.
10)
“Absedium” è un romanzo storico, pertanto la fedeltà alla Storia e al contesto
geografico immagino siano fondamentali. Perché hai scelto proprio questo “pezzo
di Storia”, cioè le guerre galliche?
Delle
guerre galliche abbiamo il resoconto di Cesare (non proprio obiettivo: anche a
quel tempo si usava la propaganda bellica), e di pochi altri storici del
periodo e di periodi successivi e già lontani.
E poi fin dai tempi della scuola elementare, ci è stata inculcata l'idea
che la conquista romana fosse una cosa giusta per portare la civiltà ai barbari. Quale civiltà?
Quali barbari? I galli erano abili costruttori, orafi raffinati,
armaioli senza eguali (la lorica adottata dai romani era gallica, l'acciaio
norico era gallico); la loro civiltà non era inferiore: era diversa. E
non minacciavano i confini di Roma.
Cesare si è "inventato" il pretesto (la migrazione della tribù
degli Elvezi) perché della Gallia gli serviva l'enorme quantità di denaro che
razzie, massacri e tributi gli hanno poi assicurato. Un milione di morti. Un
milioni di schiavi. E tutto per l'arricchimento e la sete di potere di un solo
uomo. Non è un tema così lontano dai nostri tempi, dopo tutto. E' questo che mi
ha fatto scegliere proprio di raccontare della resistenza gallica. Vedere le cose dalla parte degli
"sconfitti" è un po' quello che ho sempre cercato di fare nei miei
romanzi.
11) Come ti sei
preparata per scrivere questo romanzo? E per quanto tempo vi hai lavorato?
Circa
sedici mesi. Il primo passo è stata la rilettura del De Bello Gallico,
ovviamente. E poi un attento lavoro di ricerca su un territorio (la Gallia) che
comunque già conoscevo molto bene. Diciamo che, a rispetto di altri lavori, con
questo sono partita molto avvantaggiata.
12) Vercingetorige, grande personaggio
storico, nonché protagonista del tuo libro… cosa pensi di lui?
Un
giovane affascinante perfettamente in sintonia con i tempi moderni. Un
guerriero che lotta per la libertà della propria terra, e che è pronto a tutto.
Il
resto lo scopriranno i lettori...
13) C’è
un altro personaggio della Storia di cui vorresti scrivere?
I
personaggi della Storia arrivano per caso, inaspettati, in un momento
qualsiasi; magari incontrando una targa a un angolo di strada, o scoprendo un
opuscolo in qualche piccola libreria di paese... ti sussurrano all'orecchio:
riportami alla vita. E tu sei perduta, perché da quel momento di quel
personaggio devi sapere tutto, e poi arriva la Storia e nasce il romanzo. E'
stato così con il capitano Lacazette di Il Margine dell'alba.
E' sempre così. Così in questo momento non
so quale personaggio mi incontrerà per vivere di nuovo.
14) Posso chiederti
se hai altri progetti in corso d’opera? Pensi di scrivere un altro romanzo (o
magari una saga) fantasy?
Sto
scrivendo un romanzo, sì, e mi sta divertendo molto. E' un po' diverso dalle
mie consuete ambientazioni. E' molto "moderno".
In
quanto al fantasy, direi proprio di no. Mentre a breve preparerò la seconda
parte del ciclo della Gallia, con la continuazione di quanto è rimasto in
sospeso in Absedium (il cui sottotitolo, detto per inciso, è Il Vento di
Alesia); quindi la conclusione della guerra e la storia di Ceidrac il
Bardo.
15) Ed
ora l’ultima domanda, quella di rito! In base alla tua esperienza, quale
consiglio potresti dare a coloro che sognano di diventare scrittori?
Di
coltivare l'autocritica, di essere tenaci e di essere pronti a molti sacrifici,
e proprio in quest'ordine.
Mi
spiego: è facile scrivere ciò che piace, più difficile è capire se ciò che
abbiamo scritto può piacere anche ad altri. La convinzione degli aspiranti
scrittori è che ciò che si è scritto per se stessi debba forzatamente interessare
qualcun altro. Nove volte su dieci una storia, anche se ben scritta, è
improponibile in un mercato che deve sostenere il confronto con autori
stranieri maestri nel genere, e un editore non può correre il rischio di
proporre un titolo non in grado di sostenersi. Le leggi del mercato editoriale
sono piuttosto rigide; per un piccolo editore, al di fuori dei grandi gruppi,
sbagliare anche un solo titolo nel programma di un anno può portare ad un danno
spesso irreparabile. Inoltre, la principale pecca degli autori esordienti è
l'assoluta mancanza di professionalità (intesa come capacità di taglio,
revisione e presentazione del testo), e questa mancanza segna, e limita, anche
quegli autori che, pur avendo pubblicato qui e là qualche racconto, non
riescono poi a compiere il passo verso i grandi editori.
Tenacia
(se si è davvero convinti delle proprie capacità), perché ne occorre davvero
molta per farsi "notare".
Sacrificio:
è opportuno chiedersi, prima di iniziare un lavoro serio, quanto del proprio
tempo e dei propri interessi possono essere abbandonati per dedicarvisi. Perché
alla fine saranno davvero tanti.
Mariangela
grazie di cuore per avermi dedicato un po’ del tuo tempo, grazie per questa
bella intervista… Spero che tornerai a trovarmi alla Locanda dei Libri!
Grazie
a te e certamente tornerò alla Locanda!
Questo
il mio sito: www.mariangelacerrino.it
Bella intervista, davvero molto esaustiva. Non conosco ancora l'autrice, non ho letto nessun suo libro ma devo ammettere che mi ha incuriosita! :)
RispondiEliminaBuona giornata Claudietta! :*
Non sono un grande appassionato di romanzi storici, però devo ammettere che "Absedium" mi incuriosisce... sarà che ho ancora qualche reminiscenza delle lezioni di letteratura latina su Cesare, e che le vicende storiche che hanno segnato la sua vita mi hanno sempre interessato!
RispondiEliminaMe lo segno!
Ottima, interessante intervista!!
Ciao complimentissimi per il tuo blog...passa dal mio, ti spetta una piacevole sorpresa!
RispondiEliminaNicole
Grazie Nicole!
EliminaSono venuta a trovarti, anche il tuo blog è molto carino :-)
@Sara e Matteo: Concordo con voi, è venuta fuori davvero una bella intervista!!!
RispondiEliminaIo ogni tanto un romanzo storico me lo concedo e 'Absedium' lo trovo molto interessante.